Il 17 maggio, in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia (ricorrenza riconosciuta dall’Unione Europea e dalle Nazioni Unite che si celebra dal 2004), le comunità di fede e i gruppi di cristiani LGBTQ+ ricordano le tante vittime della violenza e vegliano insieme per il superamento di questa forma di discriminazione presente nella società e, spesso, anche nelle chiese.
Aderiscono all’iniziativa anche le chiese metodiste e valdesi, da sempre molto sensibili a questo tema tanto che il Sinodo del 2015 invitò le chiese a mantenere alta l’attenzione contro queste forme di discriminazione. Il versetto scelto dalle comunità cristiane per la giornata è tratto da Deuteronomio 31:6: “Siate forti, non temete perché Dio cammina con te”.
La Commissione fede, genere e sessualità delle chiese battiste, metodiste e valdesi, in collaborazione con la Rete evangelica fede e omosessualità (Refo), ha preparato la liturgia e la scheda omiletica per la giornata, anche nella versione inglese per quelle comunità che svolgono il culto in modalità bilingue.
«Questa iniziativa – spiega la pastora Daniela Di Carlo, coordinatrice della Commissione – ci ricorda che la violenza di genere è un male che va fermato collettivamente. In particolare formando un’alleanza tra tutte le chiese, perché solo insieme si può costruire un mondo nel quale le differenze diventino preziosa ricchezza da donarci reciprocamente. Infatti ogni persona è amata profondamente da Dio ed è stata creata a sua immagine e somiglianza. Le donne, la comunità LGBTQ+ e tutti coloro che non rientrano nella norma possono aiutare le chiese e le teologie a diventare inclusive».
Quest’anno, in numerose veglie e culti domenicali, sarà distribuito ai presenti anche il libretto Anche noi abbiamo un sogno, che con le sue trentasei pagine di testimonianze, riflessioni ed esperienze diverse, vuole raccontare questa iniziativa ecumenica nata dal basso e lanciare un invito a continuare questo cammino per essere vicino a chi deve lottare ogni giorno contro la violenza dell’omotransbifobia.
«La vocazione delle veglie – conclude Di Carlo – è anche quella di raccogliere la sfida ecumenica, quella che parte dal basso, dalla necessità di pregare insieme senza la pretesa di imporre la verità della propria chiesa all’altra. Mentre lavoriamo, insieme, per il giorno nel quale nessuna donna venga uccisa, nessun gay rifiutato dalla famiglia, nessun transessuale aggredito per strada, preghiamo e iniziamo a costruire, con l’aiuto di Gesù Cristo, quel mondo possibile fatto di accoglienza e amore». Stampa