Partecipare al Sinodo di una chiesa sorella è sempre un’esperienza interessante. Nel caso della Chiesa protestante unita di Francia – Comunione luterana e riformata (EPUdF) l’interesse è legato alla grande somiglianza con la nostra Unione delle chiese valdesi e metodiste. Alla ovvia somiglianza tra i contesti socio-culturali francese e italiano, si aggiunge il fatto di essere entrambe delle unioni di chiese. Certo, ci sono delle differenze; in particolare quella francese è un’unione più recente (dieci anni, celebrati in occasione di questo Sinodo) di una chiesa riformata e di una luterana, è decisamente più numerosa (circa quattro volte il nostro numero di chiese locali e di pastore/i, venti volte i nostri membri), la struttura è più strettamente presbiteriana, con un ruolo centrale esercitato dai Sinodi regionali; inoltre, un’importante dotazione patrimoniale riduce le preoccupazioni finanziarie. Eppure, la sensazione di essere a casa, tra sorelle e fratelli che vivono esperienze simili alle nostre e le affrontano con lo stesso spirito è stata dominante.
Il Sinodo nazionale 2023 dell’EPUdF si è svolto dal 18 al 20 maggio a Noisy-le-Grand, una cittadina a est di Parigi, in espansione a causa del crescente costo della vita a Parigi, sede di una chiesa locale luterana che ha ospitato il Sinodo per la celebrazione dei dieci anni dell’Unione nonché dei cinquant’anni della Concordia di Leuenberg (oggi Comunione di chiese protestanti in Europa, CCPE). Avendo avuto la parola in quell’occasione, ho potuto vantarmi del fatto che le nostre chiese hanno anticipato la CCPE creando un’unione di chiese riformate e metodiste quindici anni prima che le chiese metodiste entrassero nella CCPE stessa (che era stata creata dalle chiese luterane e riformate europee).
Il Sinodo aveva per tema “Missione della chiesa e ministeri”. Il tema è stato introdotto da uno stimolante intervento del prof. Fritz Lienhard, che insegna teologia pratica a Heidelberg e Strasburgo, il quale ha curato anche le conclusioni teologiche l’ultimo giorno. L’approfondimento è avvenuto in gruppi; in una prima serie sono state presentate varie esperienze di nuove forme di ministero a livello locale e nazionale, un’altra serie di gruppi di lavoro ha poi immaginato quali innovazioni potrebbero essere efficaci nella vita delle chiese; quanto emerso è stato in seguito presentato in plenaria, seguito da un momento di discussione. Nel corso dei tre giorni di Sinodo è stata presentata una discreta quantità di informazioni sul funzionamento della chiesa a livello nazionale, le discussioni si sono svolte con ordine e concisione, il clima è sempre stato fraterno e costruttivo. Sono stati presentati i dieci pastore e pastori consacrati nell’ultimo anno, di tutte le età, e i quattro pastori provenienti da chiese sorelle ed entrati in servizio nell’EPUdF nell’ultimo anno.
I momenti quotidiani di culto (mattina e sera), molto apprezzati, sono stati curati da Gianni Genre e Sabina Baral; questa scelta testimonia i profondi legami di fraternità che uniscono le nostre chiese attraverso le Alpi.
Rispetto al nostro Sinodo, ho notato una percentuale maggiore di donne sia tra i membri sia tra chi interveniva. Invece, l’età media era un po’ più alta che da noi. Le uniche cose di cui, essendo abituato al Sinodo delle chiese valdesi e metodiste, ho sentito la mancanza sono stati dei momenti di dibattito generale e un meccanismo di controllo sugli organi esecutivi paragonabile alla nostra Commissione d’esame. Ma il bello di occasioni come questa è proprio il fare esperienza di un modo di funzionare diverso dal nostro.
Tra le tante iniziative che sono state presentate al Sinodo, ho particolarmente apprezzato un opuscoletto che aiuta a riconoscere le varie forme di abuso e comportamento scorretto nella vita della chiesa e dà indicazioni su come comportarsi quando se ne subisce o si assiste a uno di essi. Mi auguro che la nostra chiesa ne prenda spunto per una pubblicazione analoga.