Milano, 22 dicembre 2017
L’esperimento di riscrivere le 95 tesi in chiave moderna – in occasione del 500° anniversario della Riforma – nasce in seno al cosiddetto “Circolo Riforma”di Milano, un gruppo di persone riunitesi attorno al pastore Giuseppe Platone e che condivide la passione per la discussione teologica e per lo scrivere, raccogliendo spunti dal nostro giornale, redigendo articoli, condividendo la lettura di libri e riflessioni comuni.
«Non si voleva fare il verso a Lutero né confrontarci con qualcosa di più grande di noi, e nemmeno con Matthew Fox, teologo ex cattolico e ora anglicano, che pochi anni fa -ci spiega Roberto Peretta, uno dei membri del Circolo Riforma – aveva redatto le sue . Volevamo piuttosto tentare un’attualizzazione della nostra visione, come cristiani protestanti, intorno a undici grandi temi predefiniti e scandagliare le loro implicazioni teologiche. Per citarne solo alcuni: grazia, creato e ambiente, impegno per la giustizia, verità (degli altri), fede e scienza, cibo, evangelizzazione».
E prosegue: «Abbiamo chiesto alle persone della nostra chiesa di raccogliere, in una cassetta in fondo al tempio lasciata a disposizione per circa un anno, una serie di pensieri, in forma di asserzioni, su questi undici temi: alcuni li abbiamo dunque mutuati dalla comunità, altri li abbiamo espressi noi. Abbiamo limato, aggiunto, tolto gli inevitabili doppioni tra i contributi ricevuti e cercato di sistematizzare il tutto per arrivare a queste 95 asserzioni che, in qualche modo, contraddistinguono il nostro modo di credere».
Nonostante il tempo e la passione profusi dal Circolo, per loro stessa ammissione si tratta di un lavoro parziale e imperfetto, ma certamente plurale e polifonico, perché si è cercato di dare risalto, nell’ambito di un esperimetro di fede comune, a pensieri variegati e poco omogenei, a tratti quasi divergenti.
Prima di renderle pubbliche, il Circolo Riforma le ha sottoposte al Concistoro locale per una sua valutazione di massima, con la richiesta di intervenire su aspetti poco convincenti o troppo eterodossi, ma sempre con l’invito a non stravolgere il senso dell’intera operazione intervenendo in maniera troppo radicale sui contenuti.
Ci dice Roberto Peretta: «Sappiamo che alcune chiese sorelle hanno riflettuto a partire dai nostri spunti, nell’ambito di studi biblici. Sono arrivati apprezzamenti, ma anche critiche, suggerimenti, inviti a riformularne qualcuna o accuse di superficialità e approssimazione nell’affrontare alcune tematiche. Avremmo potuto accogliere queste istanze, intervenire e modificare, insomma lasciare il lavoro aperto, una sorta di “work in progress”: in fondo, un po’ come la chiesa è “semper reformanda”, forse sarebbe stato giusto riformare in continuazione anche le nostre 95 tesi. Ma abbiamo deciso di lasciarle inalterate proprio per salvaguardare un pensiero plurale, anche se disomogeneo, della nostra chiesa, fotografato in un dato momento della sua vita comunitaria».
Dopo le 95 tesi, lo stesso gruppo nel 2016 si è ri-cimentato anche sui “5 Sola”della Riforma.
Commenta Roberto Peretta: «Abbiamo cominciato a riflettere e a scrivere su questi temi, inizialmente dandoci il compito di svilupparne uno a testa, per poi confrontarci insieme e intervenire con modifiche e aggiunte per dar loro la veste definitiva. La differenza sostanziale rispetto alle “nostre 95 tesi”sta nel fatto che le prime interpretavano il pensiero protestante, ma i contenuti potrebbero essere condivisi senza grosse difficoltà da altre confessioni, quantomeno in un orizzonte ecumenico,mentre ci sembra che il tentativo di attualizzazione dei 5 Sola abbia una connotazione decisamente protestante, che cerca di riaffermare l’attualità e l’importanza teologica del pensiero della Riforma».
Vi riproponiamo qui il lavoro sulle 95 tesi e sui 5 Sola come contributo conclusivo alla riflessione in questo finale d’anno del 500° anniversario della Riforma(qui la versione inglese).