Chi va sparlando svela i segreti, ma chi ha lo spirito leale tiene celata la cosa.
Proverbi 11:13
Ma, seguendo la verità nell’amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo.
Efesini 4:15
La Parola biblica, come spesso accade, ci pone di fronte ad alternative non conciliabili tra di loro; quella di oggi la trovo particolarmente stimolante.
I versetti che vi propongo ci invitano a riflettere sul rapporto tra la verità e la bugia o, se preferite, sullo svelare o meno un segreto. Che cos’è la verità e quando va palesata?
La questione su che cosa effettivamente sia la verità ha tolto il sonno a molti filosofi e teologi ma, nonostante i fiumi d’inchiostro versati, ancora oggi il significato di questo concetto non è chiaro.
Ognuno ha la sua verità oppure ne esiste una valida per tutti e tutte? Il concetto di verità dipende o meno dalla nostra appartenenza culturale? E la verità va sempre svelata a qualsiasi costo oppure no? E in base a quali criteri?
La preoccupazione che si legge nel versetto dei Proverbi – che non a caso è un libro sapienziale – cerca di dirimere proprio questa problematica. In questo versetto chi “sparla” sembra essere una persona incapace di scegliere il momento giusto o la persona giusta per rivelare una verità; chi è leale, invece, è una persona in grado di valutare correttamente le situazioni della vita, talvolta sopportando anche il peso di un segreto.
La comunità di Corinto alla quale Paolo scrive si chiede quali siano le verità da raccontare per spiegare la loro esperienza di primi cristiani. Paolo non risponde con precetti e regole – come ci si aspetterebbe – ma rivolgendo lo sguardo all’amore. L’amore è l’unica regola per conoscere Cristo. Sembra semplice ma non lo è affatto. Amare qualcuno significa riconoscergli la nostra stessa dignità.
I due versetti, in fin dei conti, ci invitano al rispetto di chi incrocia il nostro cammino, in quanto fratelli e sorelle; non è facile, ma è una bella sfida.