ArticoliIl Vangelo ci parla

La salvezza e la guarigione sono per tutti

Gesù insegna accoglienza e solidarietà al di là di ogni confine

Ed essi cominciarono a pregare Gesù che se ne andasse dai loro confini“.

Marco 5, 17

La storia da cui è tratto questo versetto è una storia celeberrima della Bibbia. Gesù è in viaggio, su di una barca dalla quale ha predicato e vinto una tempesta, sulla quale aveva anche dormito. Sbarca su una spiaggia che si trova in terra straniera: la terra dei Geraseni. Lì guarisce un uomo che, affidandoci al linguaggio e alle conoscenze scientifiche del tempo, doveva essere affetto da un disturbo della psiche non da poco. Una persona violenta e sofferente, costretta in catene, costretta a vivere ai margini della società, in un cimitero. Una persona sola, malata di un male che la isola e che al contempo la sdoppia in mille personalità pericolose. Gesù, non senza una certa difficoltà e in una scena epica, libera quest’uomo dai suoi demoni. La storia poteva finire qui. Noi lettori saremmo stati contenti. Oppure continuare con un finale classico nel Nuovo Testamento: reazione degli astanti, insegnamento, riacquisizione da parte del guarito della sua dignità, dei suoi legami. Niente di tutto questo! Gesù se ne deve andare e peccato che sia sbarcato. Sarebbe stato meglio fosse rimasto a casa sua, o fosse morto in mezzo alla tempesta, o magari scacciato da un blocco navale, o fatto sbarcare in Albania. Perché quell’uomo malato doveva restare tale per i Geraseni, che tanto avevano fatto per cacciarlo e isolarlo. Gesù, come tante persone che continuano a sbarcare, non è bene accetto. Insegna accoglienza e solidarietà, ci dice che la via della guarigione e della salvezza è per tutti e tutte. Insomma, non piace ai Geraseni. Un momento, però: i Geraseni “lo pregano” di andare, anzi “cominciano a pregare”. E in effetti si tratta della prima volta in cui, nel vangelo di Marco, degli stranieri, dei non ebrei, “pregano” Gesù. C’è tutto, in questa storia, dunque. Ci sono anche le radici cristiane della nostra Europa. Noi, che ci siamo convertiti secoli fa al Signore, mentre eravamo gentili, che ancora oggi ci diciamo cristiani e che preghiamo chi sbarca, insieme al Signore, di tornarsene da dove è venuto. Di lasciare i nostri sacri confini.

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