“Allora il diavolo lo portò con sé nella città santa, lo pose sul pinnacolo del tempio, e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; poiché sta scritto: “Egli darà ordini ai suoi angeli a tuo riguardo, ed essi ti porteranno sulle loro mani, perché tu non urti con il piede contro una pietra”». Gesù gli rispose: «È altresì scritto: “Non tentare il Signore Dio tuo”».
Matteo 4, 5-7
Dopo il suo battesimo Gesù viene tentato dal diavolo. E il diavolo si rivela un ottimo truffatore, egli porta Gesù nella città santa, sul pinnacolo del tempio e lì sopra cita brani dalla Bibbia per convincere Gesù ad abbandonare la volontà di Dio. La tecnica del diavolo di appropriarsi di luoghi, simboli e parole per arrivare ai propri fini non ci è ignota ed è ancora più difficile da decifrare rispetto alle fake-news dei nostri tempi.
Questa tentazione ci ricorda che la Bibbia non ci offre delle soluzioni definitive o delle verità eterne che possono essere dedotte tramite la citazione di versetti isolati. Ci ricorda che la Parola di Dio ci coinvolge in un dialogo. Gesù rispondendo al diavolo “Non tentare il Signore, Dio tuo” smaschera il doppio gioco del diavolo stesso. La citazione è corretta e anche il suo contenuto è vero: Dio lo proteggerà e lo salverà! Quello però che non è vero è lo scopo per il quale il diavolo la usa, cioè per convincere Gesù a mettere alla prova Dio. Gesù non crede in un Dio automatico (“Deus ex machina”) a servizio per risolvere i nostri problemi e per cancellare i nostri dubbi. Gesù invece crede in un Dio fedele che manterrà le sue promesse. Ispirato da questa fiducia Gesù inizia il suo ministero!
“Non tentare il Signore, Dio tuo” è l’invito a fidarci di Dio. Vivere in questa fiducia ci aiuta a resistere alle tentazioni delle verità semplici chiedendoci se davvero corrispondono alla Parola di Dio e alla buona notizia a noi rivelata.