Anche quest’anno l’editrice Claudiana ha pubblicato in versione italiana, col titolo Un giorno – una Parola, il noto lezionario che i Fratelli Moravi (NdR una piccola chiesa libera di derivazione protestante, nata nel diciassettesimo secolo in Moravia e Boemia) stampano da 286 anni. Ai due passi biblici, tratti dall’Antico e dal Nuovo Testamento, che costituiscono la base del testi, viene affiancato un breve pensiero o la strofa di un inno.
Nell’edizione italiana il volume è arricchito da altro materiale significativo. In un’ampia introduzione, Paolo Ricca (professore emerito della Facoltà di teologia valdese di Roma) richiama anzitutto un centenario che i cristiani possono celebrare nel 2016: i 500 anni della edizione del Nuovo Testamento a cura di Erasmo da Rotterdam.
Come è noto, gli evangeli e le lettere apostoliche sono state scritti in greco, lingua che però non veniva più usata in Occidente, dove la traduzione latina era diventata il testo di riferimento. Per quanto accurata e fedele, era pur sempre una traduzione; ridare agli studiosi il testo originale fu dunque un fatto decisivo per la fede cristiana.
Mentre infatti la chiesa cattolica manteneva il testo latino come assoluto gli evangelici si dedicarono alla traduzione della Bibbia nelle lingue “volgari”, ovvero quelle usate dagli europei nella vita quotidiana, e si ebbero così la traduzioni di Lutero, Zwingli, Lefévre, Olivetano.
Il secondo elemento caratteristico del nostro volumetto è dato dagli inserti, con riproduzioni di opere d’arte che fanno riferimento al messaggio biblico: quest’anno l’artista prescelto è Caravaggio, di cui viene sottolineata l’ottica laica con cui dipinge gli episodi biblici.
Novità significativa è invece il terzo elemento: la menzione, a fine paragrafo,di un avvenimento, in genere nascita o morte di un personaggio, avvenuto in quel giorno. Si tratta naturalmente di figure e fatti del mondo protestante, che inducono il lettore a leggere il passo biblico non in ottica individuale ma nel contesto della comunità cristiana, in comunione con quella che l’apostolo (Ebrei 12,1) chiamava «la nuvola dei testimoni» della fede.
5 gennaio 2015