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La luce di Dio ci invita alla ricerca

Dio sollecita il nostro cammino, come se la condizione per incontrare Cristo fosse quella di andare altrove e non restare dove siamo

Dei magi d’Oriente arrivarono a Gerusalemme, dicendo: «Dov’è il re dei Giudei che è nato? Poiché noi abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo». Udito questo, il re Erode fu turbato, e tutta Gerusalemme con lui”.

Matteo 2, 1-3

I magi vedono la stella molto lontano rispetto al luogo dove Gesù sta nascendo. La luce di Cristo brilla altrove. Quella stella non illumina casa tua, il posto in cui la trovi o in cui si fa trovare. Non ti dice “vieni da me”, non illumina nemmeno il posto in cui tu credi che ti stia portando, ma ti invita a seguirla e ti porta nella periferia di un posto sconosciuto.

Chi vede la stella non si appropria della luce per farsene una lampada propria; la sua luce spinge a compiere un viaggio. La luce di Dio ti invita alla ricerca, sollecita il tuo cammino, un cammino comunitario. Come se la condizione per incontrare Cristo fosse quella di andare altrove e non restare dove sei. 

L’arrivo di questi viaggiatori e le loro parole misero in agitazione tutti gli abitanti di Gerusalemme, e specialmente il re Erode. Il fatto che tre saggi siano venuti da lontano per adorare un nuovo re non è visto di buon grado. La stessa città in agitazione la ritroveremo molto più avanti, quando alle Palme, Gesù entrerà in Gerusalemme cavalcando un puledro d’asina. Due scosse aprono e chiudono la venuta di Gesù, e arriverà anche la terza nel momento della sua morte in croce. È come se con l’Epifania (quando viene rivelata alle nazioni la salvezza di Dio), Natale e Pasqua fossero legate in maniera indissolubile. In entrambi gli episodi succede qualcosa di troppo grande, di sconosciuto e poco comprensibile e questo scuote e turba.

Lasciare che Cristo entri ed esca, attraversi le nostre vite, significa accettare qualcosa che sconvolge, che può toccare e trasformare le nostre consuetudini: il Re che viene è mite e umile ed esprimerà tutto ciò non per realizzare se stesso con strumenti di potere, ma pagando con la propria vita.

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