Dio attraversa i nostri deserti esistenziali con la forza del suo amore
“Preparate nel deserto la via del Signore, perché ecco il Signore, Dio viene con potenza”.
(Isaia 40:3. 10)
Ma che senso ha questa esortazione? Tutti noi siamo disposti a lavorare sodo se alla fine possiamo vedere i frutti della nostra fatica. Ma ora questo invito del profeta Isaia, che ritroviamo nel Nuovo Testamento riferito al Battista, dà l’impressione di essere un vano tentativo di impegnarci in un compito, semplicemente per farci sentire, in qualche modo, utili, mentre in realtà siamo considerati inefficaci. Preparare nel deserto la strada nel deserto è come volerci chiedere di realizzare una via che in definitiva non porta a nulla, una via senza punti di riferimento, senza luoghi che possano in qualche modo aiutarci a comprendere se stiamo andando nella direzione giusta.
Ma forse la prospettiva cambia se consideriamo che questa via non è la nostra, ma quella del Signore. È una strada che sarà lui a percorrere, e non noi, un percorso particolare che si inoltra in un paesaggio troppe volte reso sterile e monotono dalle condizioni del clima. E questo paesaggio assomiglia molto proprio a noi, siamo noi! Un luogo dove viviamo la nostra solitudine, la nostra ansia, paura, il nostro egoismo e quei sentimenti di rabbia e di vendetta che ci chiudono non solo agli altri, ma anche a Dio. Proprio per questo motivo la strada che va preparata è quella che consentirà a Dio di percorrerla con la potenza della sua grazia, e lo farà, perché noi, il nostro deserto, per Dio non è banale e vuoto, è pieno di coloro che dal Padre sono amati.
