ArticoliIl Vangelo ci parla

La grazia che rialza dalla polvere

Nella Storia Cristo ha rivelato i segni del Regno ad ogni cuore disorientato

Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti”.

Filippesi 4,6

L’Apostolo è in carcere in attesa di giudizio e la sua comunità è scossa da incomprensioni, rivalità e divisioni. Due situazioni diverse, rese simili da una condizione di sofferenza. Motivi personali e ragioni comunitarie si intrecciano nelle parole di Paolo che mai evadono dalla gravità dei fatti andando a risolversi in un superficiale ottimismo. L’invito a non angustiarsi di nulla nasce dal Vangelo della croce, dove si congiungono debolezza umana, e qui potremmo dire sia di Gesù che di Paolo, alla potenza di Dio. Per di più, ciò è predicato da un luogo ove ogni libertà è negata e la vita è a rischio. L’invito a non angustiarsi di nulla nasce dalla speranza della fede nella promessa di Dio che ci porta a nuova vita attraverso l’umiltà vulnerabile del Salvatore.

Speranza: sentimento fragile, come fragile diventa la nostra fede di fronte all’insensatezza di questa umanità crudele verso i suoi figli e le sue figlie. Guerra ovunque e migliaia di morti che urlano ai nostri cuori. Ma questo è il mondo e il tempo che ci sono dati, ai quali l’Evangelo ci vincola, perché è nella Storia che Cristo ha rivelato i segni del Regno ad ogni cuore disorientato.

Ci basta un suo segno perché la nostra debolezza non ci annienti ma diventi il luogo della grazia che rialza dalla polvere. Allora sì che ci sentiremo pronti ad affrontare le sfide del presente. Allora sì che non temeremo più l’oscurità del male e troveremo le parole giuste per le nostre preghiere e la serenità di lodare il Signore vivente.

Allora, sì che la Parola liberante potrà divenire la nostra parola e il nostro gesto di liberazione per chi è nell’angoscia.

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