La verità, anche se poco gradevole e dolorosa, va accolta senza veli perché rende libera l’umanità
È della scorsa settimana la notizia che lʼattuale Segretario della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti, Robert F. Kennedy Jr., noto per le sue intransigenti posizioni no-vax, nel presenziare ai funerali di una bambina di otto anni, vittima fra le altre dellʼepidemia di morbillo che da tempo imperversa in quegli Stati, ha dichiarato che «il modo più efficace per fermare il morbo è il vaccino». Lʼimprovvisa benché poco affidabile ritrattazione di quanto finora da lui sostenuto a gran voce (i gruppi no-vax contiunuano a imputare quelle morti a errori dei medici), dice quanto volatili possano essere le asserzioni fondate sul solo convincimento di avere ragione. In base ad assunti non verificati e al fermo rifiuto di verificarli è sempre possibile costruire fantasmagoriche teorie della realtà, utili solo a convincere chi le sostiene di non aver mai torto.
Nel capolavoro manzoniano I promessi sposi, durante lʼepidemia di peste bubbonica che nel 1630 colpì vaste zone della Lombardia, uno dei personaggi del romanzo, lʼerudito don Ferrante, dimostrò secondo princìpi aristotelici che la peste, non essendo sostanza semplice né composta e neppure accidente, non poteva esistere. Ascriveva poi le orrende morti che tutto attorno si moltiplicavano a un cattivo influsso degli astri. Persuaso da questa sua dimostrazione non prese precauzioni contro il contagio, si ammalò e morì di peste.
Sono esempi dei rischi che si corrono quando, per non voler imbattersi nella realtà, ci si affida alla sola persuasione.
«Per ogni questione complessa cʼè sempre una soluzione semplice, chiara e sbagliata», affermava lo scrittore americano Henry Louis Mencken. Oggigiorno il ricorso a soluzioni simili, tutte rivolte alla fuga dal frustrante confronto con la realtà, sembra intensificarsi. Prevale la convinzione di poter plasmare il mondo a proprio arbitrio, riscrivendone anche la storia. Traspare in ciò la biblica tentazione del peccato. Lʼoriginario divieto divino viene riformulato quasi in forma di invito: «Sarete come Dio!»; basta stravolgere la realtà, approfittarsi della fiducia concessa, ridurre la conoscenza a frutto da sbocconcellare senza fame, la verità a qualcosa che è a portata di mano, che è manipolabile.
Se un rimedio ai mali del mondo sorgerà, non verrà dalla persuasione o dal richiamo a ideali astratti, ma dalla verità, che quasi mai è gradevole e indolore, ma che, se accolta quando appare senza veli, cambia davvero lʼumanità, ne distrugge la tracotanza e la rende libera.