L’assemblea generale della Cevaa traccia un bilancio di cinquant’anni di attività missionaria
Torre Pellice, 11 ottobre 2021
“Cevaa, mantenons la flamme” (Cevaa, manteniamo la fiamma), con questo slogan ispirato a Luca 12, 35 si è aperta la undicesima assemblea generale della CEVAA- comunità di chiese in missione, dal 4 all’8 ottobre 2021. Trentacinque chiese rappresentate da parte dei loro delegati e delegate per vivere l’assemblea ordinaria e celebrativa del cinquantenario di questa comunità variegata. Nata nel 1971 la CEVAA raccoglie chiese protestanti sparse sull’intero globo e raggruppate in cinque regioni: Europa, Africa centrale, Africa occidentale e del Nord, Africa australe e oceano indiano, oceano Pacifico e America Latina.
Chiese diverse accomunate da una parola: la missione, che ha toccato in maniera e in direzioni diverse tutte quelle terre. Una varietà di vissuti, di spiritualità , di colori e di accenti riuniti per festeggiare e fare un bilancio di cinquant’anni di una comunità che come tutti e tutte è stata attraversata e segnata anche dalla pandemia da Covid-19.
Rimandata di un anno, l’assemblea generale si sarebbe dovuta tenere a Bossey in Svizzera, ma alla luce della precaria situazione sanitaria e della difficoltà legata agli spostamenti internazionali, è stata tenuta in modalità telematica tramite la piattaforma zoom. Questo, tuttavia, non ha impedito lo svolgimento di questo appuntamento, seppur ne ha sicuramente contenuto l’entusiasmo e la possibilità di scambio e conoscenza interpersonale. Ai momenti “formali” dell’assemblea quali l’approvazione dell’operato del consiglio esecutivo uscente, la programmazione delle tematiche future, l’approvazione di bilanci e di conti, si sono inseriti e vissuti momenti di animazione biblica e di riflessione teologica in piccoli gruppi. Un’assemblea, questa del 2021, caratterizzata anche da due elezioni importati.
La prima, quella della nuova segretaria generale, Claudia Schulz dell’Unione delle chiese protestanti di Alsazia e Lorena, che succede all’attuale segretario Célestin Kiki della chiesa metodista del Benin in servizio per dodici anni presso il segretariato della CEVAA. La seconda elezione, quella del presidente del consiglio esecutivo e dei nuovi membri del consiglio per i prossimi quattro anni di mandato.
Alla presidente Henriette Mbatchu del Cameroun succede il pastore Michel Lobo della Costa d’Avorio. A questo, in consiglio si uniscono altri nove componenti, suddivisi in base alle regioni da rappresentare, fra i quali il pastore William Jourdan della Chiesa valdese. Nel suo discorso di chiusura dei lavori, la presidente uscente Mbatchu, ha parlato di una “presidenza di crisi” nel corso di questi anni, riferendosi non solo alla crisi che tocca la chiesa del suo paese da diverso tempo, ma inevitabilmente alla crisi e al disorientamento dettato da questi tempi di pandemia.
Una crisi che sicuramente non è ancora finita e che caratterizza i tempi precari di oggi nei quali cerchiamo lentamente di muoverci, come cittadine, come credenti, come chiese. Ma proprio in questi tempi di tempesta, ci viene rivolto l’invito del vangelo di Luca: “le vostre lampade siano accese”, per potervi ritrovare nella luce delle persone che con voi intraprendono questo incerto cammino della missione, compagni e compagne di viaggio e di comunità . “Mantenons la flamme”, magari non sempre una fiamma sfolgorante, ma sicuramente una fiamma che possa continuare a scaldare, a illuminare anche nel piccolo, che possa trovare nell’altro e nell’altra i tizzoni per potersi ravvivare e nel soffio dello Spirito l’energia per poter continuare a brillare.
Cinquant’anni come punto di arrivo, ma inevitabilmente come nuovo punto di partenza, per la nuova segretaria, il nuovo consiglio e il suo presidente, ma anche per tutte e trentacinque le chiese membro. Luci diverse che compongono la fiamma di una missione che deve ripensarsi alla luce di questo tempo, alla luce della chiamata al servizio che Dio rivolge a questa comunità , costruttrice di risorse e di condivisione, di equità e di spazi per potersi ritrovare nell’alterità e nella Parola che viene spezzata e condivisa, fatta risuonare nelle nostre vite di individui e di comunità ai quattro angoli del mondo.