«“Anche se i monti si allontanassero e i colli fossero rimossi, l’amore mio non si allontanerà da te, né il mio patto di pace sarà rimosso”, dice il SIGNORE, che ha pietà di te.»
Quel che sorprende sempre i nostri interlocutori è il forte accento che noi evangelici poniamo sulla grazia divina: la gente semplicemente non riesce a credere che Dio possa amare in maniera incondizionata le sue creature.
È difficile accogliere l’idea che il peccato, qualunque forma e gravità esso assuma, non possa estinguere il Suo amore. Forse per qualcuno è possibile pensare ad una grazia che ci viene incontro mentre ancora siamo peccatori, ma solo a patto di sottolineare la necessità di un radicale cambiamento di vita. L’amore incondizionato, invece, resta un boccone difficile da ingoiare.
Eppure il testo di Isaia, come tanti altri nella Bibbia, ci dice che proprio questa è la buona notizia, l’Evangelo di cui la Pasqua è la massima espressione: Dio ci ama e noi non possiamo farci niente. Il Signore si può adirare con noi, può distogliere un attimo il suo sguardo, ci può punire, ma il suo amore rimane qualcosa di così profondo e intimo da non poter morire.
È con questa dichiarazione d’amore che noi dobbiamo fare i conti e, si sa, accettare veramente di essere amati è forse una delle maggiori difficoltà della vita. Il perché rimane un mistero dell’inconscio, che ciascuno di noi deve affrontare e provare a risolvere. Resta il fatto che nell’Evangelo si rivela il segreto della salvezza e della vita del credente, che solo l’amore può volgere al bene e portare a fioritura.