Nelle prossime settimane, le Chiese metodista e valdese di Milano saranno coinvolte, con la partecipazione di alcuni membri, in un progetto-pilota promosso dall’assessore all’Educazione e all’Istruzione del Comune, Francesco Castelli.
L’iniziativa ha coinvolto le classi quinte di alcune scuole elementari fra le più multietniche della città , in tutto 18 classi. Nella programmazione delle attività sono stati coinvolti anche i dirigenti scolastici, i collegi dei docenti e i genitori.
Oltre alle chiese metodiste e valdesi partecipano due associazioni dell’area musulmana (Caim e Coreis), due gruppi buddisti (Ghe Pel Ling e Il Cerchio), l’Unione induista italiana, la comunità ebraica; per l’area cristiana, ortodossi romeni e Coen (Conferenza evangelica nazionale).
Eliana Briante, pastora della Chiesa metodista e una delle persone coinvolte per l’ambito protestante, ci spiega gli obiettivi del progetto: «Innanzitutto promuovere una conoscenza delle religioni e delle differenze in un clima di rispetto e di apertura all’altro; trasmettere il rispetto nei confronti di coloro che vivono scelte religiose diverse dalla propria; e infine sviluppare una conoscenza intersoggettiva e interculturale attraverso l’approccio alle diverse confessioni religiose».
Ciascuna religione si presenterà ai bambini con metodi interattivi, in forma di laboratorio. Nell’arco di una settimana, le classi incontreranno quindi i rappresentanti delle cinque maggiori religioni.
Una sperimentazione che, se darà i risultati sperati, potrà essere proseguita e ampliata il prossimo anno.
In concreto, quali saranno i contenuti e le metodologie usate?
Ce lo spiega ancora la pastora Briante: «Si userà l’approccio esperienziale per avvicinare gli alunni partendo da momenti di vita vissuta, coinvolgendoli non sul piano dell’astrattezza. È stato chiesto di far emergere non solo le affinità tra le varie esperienze religiose ma anche le differenze che determinano lo specifico di ogni fede, anche per evitare fuorvianti letture sincretiste. Gli incontri si svolgeranno solitamente nell’arco di una settimana e saranno della durata di 60 minuti per ogni tradizione religiosa. In alcune scuole è prevista una festa finale anche con i genitori».
Per quanto riguarda i protestanti, che cosa farete?
«Il nostro intervento si intitolerà “Protestanti e liberi, liberi di credere tutti”, presenteremo un video in cui bambini delle nostre comunità parlano del loro modo di vivere la fede; poi ci sarà la presentazione della pluralità del cristianesimo attraverso un albero con varie fronde e rami, quindi la presentazione della specificità della Riforma anche attraverso un puzzle con le parole chiave del protestantesimo, e un acrostico o cruciverba con parole importanti per la nostra tradizione».
Insomma: prove di dialogo e convivenza pacifica tra le religioni a partire dai banchi di scuola, per costruire il futuro del nostro Paese.
Tratto dal settimanale Riforma del 24 aprile 2015