Gesù promette di attirare tutti a sé e di iniziare un cammino insieme
“Gesù ha detto: Quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutti a me”
Giovanni 12,32
La promessa di Gesù è certamente rassicurante, ma anche strana. È una promessa, nella fede, in parte compiuta perché Gesù è stato innalzato e glorificato sulla croce e l’Ascensione, che ricordiamo in questi giorni, lo pone definitivamente lontano dalla terra.
Ma se la premessa è data, la promessa ancora tarda. Avremmo preferito che Gesù dicesse: “quando sarò innalzato dalla terra sarete con me” perché ci saremmo ritrovati e ritrovate subito con lui, trasportati immediatamente in un’altra dimensione, la sua, quella del Regno che attendiamo e che orienta la nostra speranza. Invece Gesù promette “attirerò tutti a me“ dando così inizio al nostro viaggio. Un viaggio al quale siamo in fondo costretti e costrette, proprio in quanto attirati; un viaggio che ci viene proposto e al quale non possiamo sottrarci. E se da una parte questo ci irrita perché vorremmo decidere noi quando partire, che strada percorrere, che tappe programmare, quali compagni e compagne di viaggio scegliere, dall’altra parte ci rassicura perché il viaggio procederà nonostante noi, nonostante i nostri tentennamenti, la nostra stanchezza, i nostri dubbi: non corriamo il rischio di perderci o tardare.
Viaggiamo insieme, tutti e tutte, compagni di strada che non si scelgono, ma che condividono l’essere attirati. Viaggiamo insieme verso una meta precisa: Gesù attira a sé ed è nel prendere le distanze da noi e dal nostro mondo, che la sua promessa di vicinanza ha iniziato a compiersi.
