Il 19 e 20 marzo si è svolta presso il Centro di Leunberg (Basilea) la cosiddetta “Tavola rotonda” che riunisce varie chiese e associazioni di lingua tedesca impegnate nel sostegno alle attività delle chiese valdesi e metodiste. Il Centro di Leuenberg è noto perché nel 1973 vi fu sottoscritta la celebre “Concordia” che stabilì la piena comunione tra le chiese di tradizione luterana e quelle di tradizione riformata.
Per la parte italiana, all’incontro hanno partecipato il past. Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese, il past. Jens Hansen e il prof. Paolo Naso.
In particolare la discussione si è centrata su due progetti, entrambi collegati al tema delle migrazioni: “Essere chiesa insieme“, il programma interculturale realizzato dalla Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (FCEI) e che costituisce anche un asse portante della pratica di accoglienza e sviluppo in varie chiese metodiste e valdesi, e “Mediterranen Hope” un progetto di intervento sulle migrazioni mediterranee, anch’esso gestito dalla FCEI ma largamente finanziato dall’Otto per mille delle chiese metodiste e valdesi. L’incontro è iniziato con la visita alla sede della Basel Mission, una delle più importanti per l’evangelizzazione dell’Africa Occidentale da dove, oggi, provengono molti immigrati evangelici.
“Dobbiamo ragionare sul fatto che un tempo era l’Europa che inviava missionari in Africa mentre oggi assistiamo a un processo opposto – ha commentato il moderatore Bernardini. E per il vecchio protestantesimo europeo si tratta di una sfida e di un’opportunità nuova”.
Riferendo sui contenuti della Tavola rotonda vera e propria, Bernardini ha aggiunto che “anche se ha discusso di progetti concreti e delle risorse per sostenerli, non si è trattato di un incontro burocratico ma di una preziosa opportunità di scambio su temi che coinvolgono tutte le chiese europee. La voce delle chiese protestanti in materia di diritti, accoglienza dei migranti e integrazione interculturale ha un peso rilevante nell’Unione europea, ed è nostro dovere utilizzare al meglio il patrimonio di autorevolezza di cui godiamo. L’attenzione di grandi chiese sorelle per progetti italiani come ‘Essere chiesa insieme’ e ‘Mediterranean Hope’ è certamente ragione di soddisfazione ma ci affida anche grandi responsabilità di cui dobbiamo farci carico”.
24 marzo 2015