Domenica 11 giugno si è concluso, a Norimberga, il trentottesimo Kirchentag, grande raduno delle chiese protestanti in Germania. Per cinque giorni, circa 120.000 partecipanti si sono confrontati su temi attuali come l’emergenza climatica, la pace e la sicurezza, il ruolo profetico delle chiese in Europa, la giustizia fra le generazioni, il dialogo interreligioso e interculturale, celebrando la vita e la speranza in dialogo con rappresentanti della vita sociale, culturale e politica.
Il tema di quest’anno “Il tempo è ora” ha permesso di riflettere sul passato nazifascista della stessa Norimberga, città dei grandi raduni hitleriani e poi dei processi contro i crimini nazifascisti, menzionati nel culto di apertura dal vescovo uscente della chiesa ospitante (luterana della Baviera) Heinrich Bedford Strohm. Il tema è stato altresì vissuto come invito e sfida a vivere la fede oggi, ora, con speranza, realismo e responsabilità.
La Chiesa valdese è stata presente al Kirchentag sia con uno stand della diaconia focalizzato sul lavoro delle nostre foresterie, sempre ben frequentato, sia con la partecipazione ad alcune manifestazioni riguardanti la speranza e la solidarietà in Europa, i diritti umani e le frontiere.
Per Mediterranean Hope, programma Rifugiati e migranti della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, la coordinatrice Marta Bernardini ha dato un contributo significativo, seguito da più di 1000 partecipanti, nel panel «Europa, garante di speranza e solidarietà?», riportando la discussione sui temi cruciali della violazione dei diritti umani alle frontiere e condividendo la visione e l’impegno delle nostre chiese contro la crescente criminalizzazione della solidarietà, portata avanti da governi che a loro volta vanno a patti con governi antidemocratici (Libia, Tunisia).
Sono lieta che durante il breve periodo della mia partecipazione ufficiale al Comitato internazionale del Kirchentag come rappresentante della Chiesa valdese sia stato possibile proporre delle voci originali e organizzare la nostra presenza, significativa anche se minore rispetto al passato. Non voglio dimenticare di menzionare anche la presenza del coretto valdese di Torre Pellice, direttamente invitato e ospite della Chiesa riformata di Santa Marta, nel centro di Norimberga, dove ha animato preghiere e concerti.
Al Kirchentag ha partecipato anche Vittorio Secco, in qualità di studente della Facoltà valdese di teologia e membro del coordinamento dei “giovani teologi” della Comunione di chiese protestanti in Europa (CPCE). Lo stesso Secco ha dichiarato: «Quest’anno ci sono state due manifestazioni importanti che in qualche misura mi hanno coinvolto come esponente della Chiesa valdese in quel contesto. In primo luogo ho potuto parlare sul tema “Ricchezza relazionale: diaspora come compito della chiesa” all’interno del workshop organizzato dal Gustav Adolf Werk e dalla Comunità di chiese protestanti in Europa. Anche se in una finestra di tempo limitata, abbiamo potuto discutere sulla ridefinizione del termine “diaspora” come concetto teologico ed ecclesiologico positivo. La discussione è stata stimolante e ha suscitato interesse nella platea, confermando come anche la Chiesa valdese, nel suo essere minoranza significativa, possa essere di buon esempio per altre realtà ecclesiali a livello internazionale. Inoltre ho potuto rappresentare la mia chiesa e la realtà protestante italiana in senso lato in una bella liturgia a più voci, con Santa Cena, ancora una volta organizzata dalla CPCE. In questo singolare culto, diversi ospiti internazionali hanno presentato brevemente un’immagine che guidasse la riflessione liturgica rappresentando una particolare realtà del loro paese. Poi, sempre all’interno del culto, si è creato un piccolo momento di condivisione intorno a tavolini disposti intorno all’altare, ai quali era possibile per i partecipanti incontrare gli ospiti internazionali e sapere di più sulla loro realtà ecclesiale ma soprattutto sulle loro speranze. È stato un momento di fraterna e sororale condivisione, seguito immediatamente dalla celebrazione della Santa Cena ai medesimi tavoli».