Gesù, attraverso il suo nascere e il suo risorgere, ha trasformato l’apparente sconfitta della morte in vittoria della vita
“… rialzatevi, levate il capo, perché la vostra liberazione si avvicina”.
Luca 21:28b
Queste parole le troviamo a conclusione di un brano che definirei angosciante. Gesù ha appena descritto un futuro decisamente poco felice che per molti si trasformerà in un presente fatto di sofferenza, di tradimenti, guerre, catastrofi, carestie e pestilenze. Questi sono i giorni che precedono la fine, ma non sarà ancora la fine di tutto. È spontaneo, davanti a questo scenario devastante, immaginare l’umanità schiacciata, oppressa, magari tesa nello sforzo di contrastare in qualche modo questa forza che spinge sempre di più verso il basso, nel tentativo di annullare definitivamente ogni forma di resistenza e, con essa, ogni speranza.
Ammettiamolo, chi tra noi non ha pensato che questi tempi così drammaticamente descritti da Gesù, siano proprio i nostri tempi, che quella sensazione di oppressione è proprio quella che anche noi avvertiamo? Eppure, proprio contro questa realtà assurdamente distruttiva, ci raggiunge questa straordinaria parola. Rileggetela! In sé stessa questa Parola può sembrare banale e inutile, ma il sapere da chi proviene le attribuisce forza e certezza della sua realizzazione. Chi la rivolge ai suoi discepoli sia ieri che oggi non è semplicemente un uomo, è colui che è riuscito a trasformare, attraverso il suo nascere e il suo risorgere, l’apparente sconfitta della morte in vittoria della vita. In questa seconda settimana di Avvento è questa parola che ci raggiunge e nell’ascoltarla ci dona la forza per rialzarci e sollevare il capo spinti dalla certezza che l’oggi con le sue sofferenze sarà sommerso dal tempo della vittoria di Dio.
