Cento anni fa, il 10 aprile 1915, veniva inaugurato il tempio della chiesa valdese di Brescia, che trovava la sua sede definitiva dopo una serie di locali affittati in diverse parti della città , e con non poche opposizioni.
La comunità aveva infatti origini precedenti di più di mezzo secolo a quella data: era nata nel 1861 dall’azione di Francesco Pugno, un ex fabbro torinese convertitosi e diventato «colportore» per la Chiesa valdese. Dal francese colporteur, venditore ambulante, era uno dei tanti uomini che avevano cominciato a girare l’Italia portando con sé Bibbie e opuscoli religiosi, pronti a divulgare l’Evangelo e ad affrontare una vita di privazioni e non priva di pericoli.
Ma la comunità valdese di Brescia rivendicava radici spirituali ancora più antiche, richiamandosi nientemeno che ad Arnaldo da Brescia, religioso riformatore del XII secolo. Come racconta infatti Anne Zell, l’attuale pastora, «una cosa bella che abbiamo scoperto nell’archivio della chiesa è il racconto dell’inaugurazione del tempio, prima della quale tutti i presenti hanno fatto una sorta di pellegrinaggio al monumento di Arnaldo da Brescia, richiamandosi a una sorta di antenato spirituale, come per dire “Noi c’eravamo già !”».
L’importante anniversario sarà quindi festeggiato a partire da domenica 12 aprile con il culto, con la partecipazione del moderatore, pastore Eugenio Bernardini, che terrà la predicazione, di altri ospiti in rappresentanza del Comune e del mondo ecumenico, nonché i saluti di pastori che hanno prestato servizio nella chiesa.
Dopo il culto e prima del pranzo comunitario, sarà inaugurata una doppia esposizione, che rimarrà aperta almeno fino alla fine di maggio: una parte sarà costituita dalla mostra realizzata dal Centro culturale valdese di Torre Pellice, Da Valdo di Lione alla Chiesa valdese, già utilizzata in molte occasioni in varie comunità italiane come presentazione della storia valdese. Nella seconda parte, la chiesa di Brescia ricostruisce la propria storia con documenti d’archivio e testimonianze.
«Il nostro obiettivo – spiega ancora la pastora Zell – è far conoscere meglio la storia valdese nella nostra città : riceviamo sempre più spesso visite di scolaresche, soprattutto scuole superiori, e vorremmo avere più giornate di tempio aperto, incrementando le occasioni in cui viene fatto per lo sportello del testamento biologico, rispondendo all’interesse della città nei nostri confronti».
Altre manifestazioni sono in programma, tra cui una serata prevista per l’8 maggio sull’integrazione e i diritti, anche in relazione al tema del luogo di culto. Tra gli oratori saranno presenti Paolo Naso e l’on. Luigi Lacquaniti.
Un tema, quello dell’integrazione, vissuto quotidianamente dalla comunità , composta oggi per quasi la metà da evangelici provenienti da altri Paesi: «La nostra comunità è composita, abbiamo soprattutto africani (in particolare dal Ghana, ma anche da altri Paesi), e ci sono anche alcune famiglie che arrivano da Olanda, Francia, America Latina».
La condizione multiculturale e multilinguistica della comunità di Brescia è condivisa da molte altre chiese del nord-est, commenta la pastora: «è una sfida che condividiamo con altre chiese della zona, questa decisione di “essere chiesa insieme” non è la via più facile, richiede una continua mediazione, un cammino che impegna tutti, ma è bello vedere che una chiesa con radici antiche è riuscita a adattarsi alla nuova realtà di oggi».
9 aprile 2015