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Il ruolo delle chiese in Europa: testimonianza, giustizia, ospitalità

Il saluto di Heikki Huttunen, segretario generale della Conferenza delle chiese europee:

“Dobbiamo chiederci se i valori originali del cosiddetto progetto europeo siano ancora rilevanti e se saremo in grado di superare le nuove linee divisorie e i muri che vediamo all’interno dell’Unione europea e dintorni”

A cura dell’Agenzia stampa NEV – Notizie Evangeliche

Torre Pellice (TO), 23 agosto 2017 – Non è senza preoccupazione per il progetto di integrazione europea, visibilmente in fase di stallo, che il segretario generale della Conferenza delle chiese europee (KEK), p. Heikki Huttunen, ha rivolto questa mattina il suo saluto al Sinodo delle chiese metodiste e valdesi riunito a Torre Pellice ancora fino al 25 agosto. Il protopresbitero ortodosso finlandese si è chiesto quale fosse, in questo contesto, la voce delle chiese “in una Europa che ha perso il suo focus comune”.

“Dobbiamo chiederci se i valori originali del cosiddetto progetto europeo siano ancora rilevanti e se saremo in grado di superare le nuove linee divisorie e i muri che vediamo all’interno dell’Unione europea e dintorni”, ha incalzato, anticipando il tema della prossima Assemblea generale della KEK, un organismo ecumenico che dal Portogallo all’Estonia, dalla Norvegia alla Grecia raccoglie le chiese evangeliche, anglicane, ortodosse e vetero cattoliche del Continente: “Voi siete i miei testimoni”. L’Assemblea, che si terrà a Novi Sad (Serbia) a giugno del 2018, avrà come filo rosso tre parole chiave della Bibbia: testimonianza, giustizia, ospitalità.
Per Huttunen l’Unione europea (UE), che è riuscita a mantenere la pace al suo interno, non è stata all’altezza per quanto riguarda la pace nei suoi dintorni: “nella ex-Jugoslavia, in Ucraina, Libia, Siria e Iraq l’UE si è dimostrata incapace di costruire la pace”. Di fronte alle crescenti diseguaglianze e ai disastri ambientali, qual è la “nostra visione sulla posizione dell’Europa nel contesto globale?”, si è chiesto Huttunen. “Abbiamo bisogno gli uni degli altri – protestanti, cattolici, ortodossi -, cosicché saremo in grado di formare una rilevante testimonianza in questo nostro contesto. E abbiamo bisogno di un buon contatto con tutte le persone di buona volontà”.

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