L’incontro di coordinamento dei media della Conferenza delle Chiese prostestanti dei paesi latini d’Europa (Cepple) è arrivato alla terza edizione. L’appuntamento si è tenuto a Lisbona il 4 e 5 maggio e ha riunito rappresentanti dal Belgio, dalla Francia, dalla Svizzera, dalla Spagna e dal Portogallo. In rappresentanza della Chiesa valdese italiana, oltre alla sottoscritta erano presenti anche Sara Tourn, redattrice di Riforma, e Daniela Grill, redattrice di Radio Beckwith Evangelica.
“Scambiare, condividere, creare insieme per non fare separatamente quello che possiamo fare insieme” è il motto che ha accompagnato i lavori; attraverso animazioni in gruppo e confronto in plenaria si sono infatte esplorate le potenzialità dei vari mezzi di comunicazione, non ancora sfruttati pienamente e allo stesso modo da tutte le chiese presenti, anche a motivo delle loro diverse forze in capo. Forte, tuttavia, il bisogno di condividere le proprie esperienze e di imparare gli uni dagli altri.
La comunicazione delle chiese, si è detto, non può fare a meno di ricercare il senso al di là della sensazione; si tratta di raccogliere gli stimoli che provengono dall’interno per trasformarli in qualcosa di significativo per l’esterno senza rinunciare alle sfumature e all’approfondimento. Alla base di una buona comunicazione ci devono essere consistenza spirituale e spirito di servizio. Collegialità e solidarietà tra i vari partner della comunicazione (a costo di rinuniciare a parte della propria visibilità ) sono poi requisiti importanti per un lavoro creativo e aperto alla pluralità delle diverse posizioni.
Le nuove tecnologie, utilissime per la trasmissione dei contenuti e come strumento di raccordo tra chiese locali e chiesa nazionale, richiedono tuttavia un investimento maggiore in termini di relazione umana e fraternità . Come ha detto il responsabile della comunicazione della Chiesa protestante unita di Francia, il pastore Daniel Cassou, «si possono utilizzare dei canali fluidi ma i contenuti debbono essere solidi».
Due prodotti editoriali cartacei innovativi sono stati presentati all’incontro riscuotendo un notevole successo, a testimonianza del fatto che la carta gode ancora di buona salute nonostante il digitale e che l’incrocio dei media è pur sempre l’approccio vincente. Si tratta della rivista semestrale della Chiesa protestante unita del Belgio “Relief”, rivolta principalmente a un pubblico esterno alle chiese. Una rivista delicata, colorata, semplice nell’approccio ma non semplicistica, che sembra andare incontro al bisogno di spiritualità e senso dei nostri contemporanei. Un giornale bilingue francese-olandese concepito come un regalo per chi lo legge e desidera riservarsi un momento per riflettere e andare a fondo. L’altra rivista è quella delle Chiese cantonali della svizzera francese, Réformés, un prodotto più tradizionale, nove numeri l’anno, con lo scopo di rinforzare l’identità di una chiesa che, seppur maggioritaria, non sfugge alla minaccia della secolarizzazione.
Il gruppo media della Cepple si è infine dotato di una pagina Cepple in cui condividere i contributi delle diverse chiese. Uno strumento ritenuto effimero da alcuni protestanti resistenti al cambiamento, tra cui la sottoscritta. Ma come mi ha detto sempre Daniel Cassou: «anche nell’effimero si può annunicare il regno di Dio».