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Il dono della grazia e dell’amore

Gli esseri umani non potrebbero comprendere e riconoscersi destinatari della grazia di Cristo e dell’amore di Dio senza l’azione dello Spirito Santo e la sua offerta di comunione

La grazia del Signore Gesù Cristo e l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi

(2 Corinzi 13,13)

Con queste parole l’apostolo Paolo conclude la seconda lettera ai Corinzi, uno scritto in cui affronta le tensioni e i conflitti che segnano la vita di questa chiesa tra incomprensioni e rivalità.

Questa frase è contemporaneamente una confessione di fede e un augurio di benedizione, ricorda l’annuncio evangelico e ne afferma l’efficacia: la grazia, l’amore e la comunione non sono solo parole incoraggianti, promessa di novità e pienezza da attendere, ma sono dono di Cristo, di Dio e dello Spirito da accogliere ora perché agiscano nella vita della comunità sostenendone la fede e indirizzandone la testimonianza. Sono doni dinamici e in relazione tra loro, proprio come Dio, Cristo e lo Spirito sono in relazione dinamica tra loro.

Non si può parlare della grazia, espressa nell’opera di salvezza compiuta in Cristo, nella sua morte e resurrezione, se non all’interno del progetto di amore di Dio; l’amore di Dio rimarrebbe solo un bel proposito se non si fosse incarnato nel Signore Gesù Cristo; e gli esseri umani non potrebbero comprendere e riconoscersi destinatari della grazia di Cristo e dell’amore di Dio senza l’azione dello Spirito Santo e la sua offerta di comunione.

Questi doni dinamici che esprimono e creano relazioni, sono la benedizione che Paolo augura ai Corinzi di saper ricevere e vivere riscoprendo la presenza operante di Dio che da sempre e per sempre sostiene e accompagna la quotidianità della chiesa da lui chiamata.

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