La Chiesa valdese di Torino scrive all’Arcivescovo Nosiglia
Torre Pellice, 18 Luglio 2019
La presidente del concistoro della Chiesa valdese di Torino, Patrizia Mathieu, ha scritto all’Arcivescovo della città , Cesare Nosiglia, per esprimergli la sua preoccupazione circa l’esposizione a Torino delle reliquie di Bernardette Soubirous per la venerazione da parte dei fedeli cattolici e il rilievo dato all’evento. “Con rispetto per le manifestazioni devozionali cattoliche – scrive la presidente – riteniamo tuttavia che tale evento rischi di aver un effetto negativo sul dialogo ecumenico tra la Chiesa Cattolica romana e le Chiese nate dalla Riforma protestante del XVI° secolo, un dialogo che in questi anni si è potenziato sia nelle scelte caritatevoli comuni come quella di avviare corridoi umanitari in forma ecumenica, sia nell’approfondimento biblico e la preghiera comune in molte e diversificate occasioni. L’ascolto comune del Vangelo di Cristo, e la comune ricerca di un’obbedienza alla Parola è ciò che ci unisce e che consente lo sforzo e l’impegno non semplici di coinvolgere le comunità nel cammino ecumenico”.
Eventi come l’esposizione delle reliquie di Bernadette, estranei alla Sacra Scrittura e ad una devozione biblicamente orientata hanno messo a disagio i valdesi torinesi che aggiungono: “Il “Soli Deo gloria” riscoperto dalla Riforma e celebrato a Lund il 30 ottobre 2017 in occasione della festa ecumenica della Riforma Protestante del XVI° secolo, anche e per la prima volta, alla presenza del pontefice romano, afferma che la gloria appartiene soltanto a Dio. Il Dio biblico è un Dio geloso (Esodo 20, 5), che non condivide la sua gloria con gli dei, né tantomeno con gli esseri umani (Isaia 48, 11), e a lui solo va reso il culto (Matteo 4,10)”.