«Ora sappi questo: negli ultimi giorni verranno tempi difficili … tu, invece, persevera nelle cose che hai imparate … ogni Scrittura è utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia»
Nel capitolo 3 l’apostolo costruisce un’immagine per illustrare la vita dei cristiani, quelli che appartengono Cristo il Signore. Un’immagine tremendamente negativa tanto da concludere che anche la pietà , quale manifestazione dell’amore, è oramai solo apparenza. Un mondo di egoisti e di ribelli, di traditori e di orgogliosi. Un mondo cristiano che ha rinnegato la potenza della grazia di Dio. Un mondo senza più la volontà per ascoltare la Parola di Dio. Che deve fare ora il discepolo di Cristo?
Quanto a te … Cioè tutto questo avviene, ma almeno tu, allontanati da costoro. Come è possibile? Forse è un invito ad uscire da una cristianità fatta solo di ipocriti e vanagloriosi? Piuttosto che ricercare una purezza personale in questo “allontanati” vi è il gesto della condanna. Il discepolo deve restare legato solo a quanto ha imparato da Paolo.
Persevera nelle cose imparate … Una esortazione a continuare nel coltivare l’amore fraterno, a praticare la giustizia di Dio, e operare perché vi sia riconciliazione e pace: perseveranti nella fede operante! È un invito a non dimenticare la responsabilità di cristiani perché il Regno di Dio sia, oggi, segnato dal nostro praticare l’amore.
Questa esortazione biblica vuole fissare una volta per tutte il luogo della autorità : essa è nella Parola di Dio. Non nella morale o nella coscienza individuale, ma in questa Scrittura ispirata da Dio. Questa Parola è l’unica forza nelle nostre mani per essere oggi testimoni di Cristo Gesù.