«Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti»
Pietro parla, nella sua lettera, di speranza viva. È evidente che, dopo due anni abbondanti di Covid, le ombre della crisi economica, il dramma della guerra in Europa, abbiamo bisogno di speranza. Non so se una società abbia mai sperimentato una depressione grave quanto quella che noi ci troviamo a vivere. Fa impressione leggere che un giovane su due afferma di non avere speranza nel futuro. Non posso neppure immaginarmi una situazione del genere durante l’ultima guerra mondiale quando c’era da fare, da combattere, da vincere; e neppure dopo quando si trattava di mettere nuovamente in funzione il Paese intero. C’era sempre la speranza in una vita migliore in un futuro buono, nella vittoria.
Però non sono sicura che queste speranze sarebbero utili al momento. Sono speranze umane che spesso si avverano a discapito di altre persone o, comunque, a sfavore del mondo che ci circonda. I nostri padri e le nostre madri hanno sperato nel boom economico ma contemporaneamente hanno distrutto, senza rifletterci troppo, il creato. Hanno tirato fuori il massimo guadagno dai campi, ma allo stesso tempo hanno avvelenato le falde acquifere. Hanno costruito delle fabbriche e dentro devono lavorare dei migranti che non trovano altro lavoro. I sogni e le speranze degli uni sono diventati l’incubo di altri.
Pietro ci parla invece di una speranza viva che è legata alla risurrezione di Cristo. Questa speranza toglie la grande paura che tutte e tutti quanti abbiamo di fronte alla morte, perché Cristo ha vinto la morte. Con questa vittoria Cristo ha sconfitto le tante paure che sono legate alla nostra vita e che dobbiamo inevitabilmente affrontare. Se crediamo nella resurrezione, però, sappiamo che la battaglia è già vinta per noi.
Chi crede nella resurrezione può quindi rinascere, perché dentro di lui, di lei vive la speranza di Cristo che non si ferma alle avversità di questa terra e neppure di fronte alla morte.