«Questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede»
Il mondo non è l’insieme di chi sta fuori dalla nostra chiesa; non sono le pratiche e le visioni diverse dalle nostre. Il mondo è l’umanità che va in rovina e non se ne accorge. Ne è un triste esempio il comportamento di chi non se preoccupa mai degli effetti che il suo modo di vivere può avere sugli altri. Lo vediamo in molti individui, ma è indice di un comportamento collettivo, che ha la sua espressione più catastrofica nel consumo scriteriato delle risorse terrestri a danno delle generazioni che verranno. Chi agisce così non è solo senza amore, è senza speranza.
Dio ha donato suo Figlio. In questo si è comportato nel modo esattamente opposto a quello dell’umanità in rovina. Ha agito per noi, per liberarci dai comportamenti che producono rovina. Non ha agito per sé, senza preoccuparsi di noi; si è fatto carico di noi e degli effetti nefasti dei nostri comportamenti. Questa è stata la realtà della vita di Gesù. Ha creato comunione e sopportato il rifiuto, ha steso le mani per liberare e gliele hanno inchiodate. Anche in quel momento estremo è vissuto per noi. Perciò la morte non poteva farlo suo per sempre e doveva essere vinta.
Questa è la nostra fede. Non una convinzione che ci siamo fatti e ci fa sentire superiori. La nostra fede è il cammino che si oppone alla rovina e procede verso la vita con Gesù. La marcia verso la rovina non può arrestare questo cammino; anzi è smascherata come una strada senza sbocco, che può solo essere abbandonata.