Il gruppo degli ospiti internazionali che ha partecipato alla seconda sessione del 34mo Sinodo della Chiesa evangelica dei Fratelli cèchi (ECCB) si è molto affiatato nel breve periodo di permanenza a Praga. Il gruppo internazionale era composto da fratelli e sorelle provenienti da altre Chiese sorelle e come sempre è stata un’occasione importante di fraternità e di relazioni internazionali, anche in vista degli importanti appuntamenti dell’anno prossimo per il Cinquecentenario della Riforma protestante.
Per la Chiesa protestante unita di Francia era presente il pastore Jan-Albert Roetman, membro del Consiglio nazionale e coordinatore della commissione per il Giubileo della Riforma, con cui abbiamo convenuto la necessità che questa celebrazione metta in luce il pluralismo della Riforma protestante e faccia lo sforzo di attualizzare le 95 Tesi di Lutero: la domanda ancora valida è che cosa significa essere testimoni oggi della Parola di Dio. Con la pastora Fiona Smith della Chiesa di Scozia ho potuto affrontare il tema dell’ecumenismo e della figura di papa Francesco: «È straordinario», ha esclamato nel mezzo di una discussione piuttosto articolata che ha coinvolto anche altri membri del gruppo provenienti dalla Corea, dalla Gran Bretagna, dalla Polonia, dall’America del Nord e dalla Slovenia.
Il Sinodo ha infatti dedicato una sezione di discussione ad approvare una lettera a papa Francesco, in risposta all’udienza ricevuta in Vaticano dalla delegazione della ECCB e della Chiesa protestante hussita per la ricorrenza del 600mo anniversario della morte di Jan Hus (15 giugno 2015): nella lettera del Sinodo di quest’anno vi sono parole di riconoscenza al Signore per il nuovo cammino ecumenico e la promessa di pregare per il servizio che il Papa rende all’umanità , nella riconoscenza e gratitudine per la fraternità in Gesù Cristo.
Un altro punto di discussione sinodale a cui la delegazione straniera ha potuto partecipare, portando anche un saluto ufficiale attraverso Min Heui Cheon (Chiesa presbiteriana della Repubblica di Corea) e il pastore Andrew Prasad (di origine indiana, moderatore della Chiesa riformata unita – Thames North Synod), è stata la decisione di accogliere integralmente la “Dichiarazione congiunta della dottrina della giustificazione” sottoscritta tra la Federazione mondiale luterana e la Chiesa cattolica. Una commissione aveva preparato una proposta di documento, distribuita in traduzione inglese alla nostra delegazione, che apportava alcune correzioni in senso riformato-calvinista o comunque in modo più inclusive delle diverse anime della Riforma protestante. A titolo di esempio riporto solo una frase. In luogo della premessa che inizia con «La dottrina della giustificazione ha avuto un’importanza fondamentale per la Riforma luterana del XVI secolo» la proposta di modifica era di sostituire con: «Attraverso un nuovo consenso ecumenico, la dottrina della giustificazione di fede rappresenta il cuore del Vangelo. Concordare su cosa essa significhi è dunque di grande importanza». Ma queste integrazioni non sono state accolte dal Sinodo, che ha dunque approvato il documento luterano-cattolico. Un altro punto in discussione ha riguardato la nuova raccolta di inni che dovrebbe essere pronta per il 2018, anno in cui si ricorderanno i 100 anni della ECCB.
Il programma culturale ci ha poi proposto una lezione di storia sul filosofo Jerome di Praga, amico di Jan Hus e morto un anno dopo (1416), a cura di Ota Pavlicek, ricercatore all’Università Carolina di Praga, dove abbiamo anche potuto visitare un’interessante mostra su Carlo IV e la ricezione della sua figura nel corso dei secoli. All’università abbiamo visto nel cortile la statua di Jan Hus a cui l’anno scorso è stato dedicato un ampio programma di celebrazioni per il 600mo anniversario della sua morte a Costanza (1415): nei manoscritti valdesi vi è traccia dell’influenza di questo riformatore attivo in Europa.
Abbiamo concluso la nostra visita con un programma culturale di alto livello: una serata al Teatro nazionale con opere di Stravinskij (Le Rossignol) e Tschaikovskij (Iolanta) e un ultimo momento conviviale al «Kavarna Slavia», un caffè letterario in cui hanno scritto Rilke e Kafka e poi Vaclav Havel e i dissidenti negli anni che portarono alla «Rivoluzione di velluto». Abbiamo parlato di libri e di teologia e ho potuto esporre – anche in altri momenti informali – il nuovo cammino ecumenico, il nuovo documento su famiglie, matrimonio, coppie e genitorialità in discussione nelle nostre chiese, il progetto dei corridoi umanitari e Mediterranean Hope, che ha riscosso molto interesse, soprattutto da parte del rappresentante della Chiesa presbiteriana degli USA, Burkhard Paetzold, di base a Berlino. All’aeroporto prima di partire ci siamo salutati con un versetto tratto da Romani 1, 1-15, in cui l’apostolo Paolo ringrazia Dio perché la fede è divulgata in tutto il mondo e manifesta il desiderio di far visita e comunicare qualche dono «affinché siate fortificati; o meglio, perché quando sarò tra di voi ci confortiamo a vicenda mediante la fede che abbiamo in comune, voi e io». E non c’è proprio nulla da aggiungere.
23 maggio 2016