«Ma mentre aveva queste cose nell’animo, un angelo del Signore gli apparve in sogno, dicendo: “Giuseppe Figlio di Davide Non temere di prendere con te Maria, tua moglie; perché ciò che in lei è generato, viene dallo Spirito Santo. Ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesù”» (Matteo 1,20-21)
In questo episodio dell’Annunciazione a Giuseppe, tanto patinato dalla tradizione natalizia, come una pala d’altare, appare questa breccia di incertezza nei dubbi di Giuseppe. Certo, questo racconto non è la ricostruzione psicologica di una crisi di coppia per una maternità perlomeno inattesa, bensì una meditazione sull’origine paradossale di Cristo. Figlio di Maria, conosciuto come figlio di Giuseppe, proclamato figlio di Davide secondo la genealogia, e nello stesso tempo figlio di Dio, concepito dallo Spirito, … si può capire le perplessità di Giuseppe.
La tensione nasce dall’essere un uomo “giusto” dinanzi ad una nascita fuori tempo, fuori legge, fuori luogo. Che c’è di più attuale di questa esitazione: “fai la cosa giusta”. Ma cos’è nelle complessità della società , della vita di famiglia e di coppia, dei sentimenti, delle scelte nel lavoro, dell’orientamento politico sociale, fare la cosa giusta! Lo sappiamo tutti che la scelta è ansiogena e che ne abbiamo tante da fare di queste scelte giuste. Ben venga l’angelo che ci dirà di non temere.
Uomo “giusto” (Matteo 1,19), Giuseppe non è fanatico, si preoccupa delle conseguenze per Maria della scelta giusta, cioè del ripudio. Giuseppe non vuole esporre Maria all’infamia. Cerca una soluzione più equilibrata: lasciarla “di nascosto”.
Il tormento di Giuseppe viene interrotto. Nella ricerca della scelta giusta, un corto-circuito. È troppo facile risolvere i problemi a colpi di apparizioni miracolose? E’ un modo per non fare i conti con il reale? A Natale c’è, forse, anche un annuncio per i dubbiosi, per gli angosciati della giusta scelta. Un’alba che, aprendosi sul “non temere” dei messaggeri di prima dell’inizio, ci libera dall’angoscia del fare o non fare la cosa giusta, e ci autorizza a rischiare, a sbagliare forse, a generare.
L’annuncio dell’angelo invita a fare due cose: accogliere e nominare. Accogliere il richiamo dell’origine, del Soffio creatore che sorprende e interrompe le linearità , anche delle genealogie. Nominare, dare un nome e iscriversi così, con Giuseppe, nelle genealogie, nelle eredità e le tradizioni, dando senso e direzione alle nostre filiazioni; osare generare nella storia dei nomi che ci precedono e ci accompagnano.
C’è Natale per gli angosciati del “fare la cosa giusta”, che ci autorizza a generare relazioni rinnovate, progetti e vite chiamate per nome.