“Gesù dunque, alzati gli occhi e vedendo che una gran folla veniva verso di lui, disse a Filippo: «Dove compreremo del pane perché questa gente abbia da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; perché sapeva bene quello che stava per fare. Filippo gli rispose: «Duecento denari di pani non bastano perché ciascuno ne riceva un pezzetto». Uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro, gli disse: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cosa sono per tanta gente?». Gesù disse: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. La gente dunque si sedette, ed erano circa cinquemila uomini. Gesù, quindi, prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì alla gente seduta; lo stesso fece dei pesci, quanti ne vollero”.
Se immaginiamo questa grande folla, potremmo pensare a profughi, richiedenti asilo, fuggitivi da guerra e miseria: Gesù li accoglie e si prende cura di loro, dà loro nutrimento e un luogo dove stare. Mi sono riconosciuta nell’umanità dei due discepoli, nella loro poca fede: Filippo stima ciò che sarebbe necessario, mentre Andrea esamina le risorse a disposizione, ma entrambi si abbattono perché ciò che possono offrire sembra davvero troppo poco.
Il Signore agisce e coinvolge tutti e tutte, anche me e te proprio quando i calcoli umani non tornano, quando la situazione sembra disperata: non importa essere ricchi o potenti; infatti chi crede è come quel ragazzo di cui non sappiamo nemmeno il nome, che offre tutto ciò che ha, e lo mette nelle mani del Signore! Sono gli ultimi della terra che ricevono e che danno, e nelle mani di Gesù quel poco è infinitamente grande, è gratuito e condiviso. Ed è proprio questo il segno bello, il miracolo: è la condivisione. Gesù non compie gesti straordinari, bensì spezza il pane e lo distribuisce e quel poco che è stato donato, nel dono di Dio, si moltiplica e si accresce, si estende poiché il dono di Cristo è vita piena per l’umanità e per il creato intero.