«Una Samaritana venne ad attingere l’acqua. Gesù le disse: “Dammi da bere”»
Una pagina che emoziona, questa storia di un incontro vietato, che non avrebbe mai dovuto avere luogo. Cosa faceva questa donna a quell’ora, a mezzogiorno, nel momento più caldo della giornata, al pozzo? È evidente che voleva anzitutto evitare lo sguardo di altre persone.
Ed anche Gesù non avrebbe dovuto essere lì in quel momento, nella terra di Galilea, la terra dei pagani. Terra ripudiata dai veri ebrei, terra e gente da cui tenere le distanze.
Invece, proprio vicino al pozzo, l’incontro avviene. E il pozzo di Sichar, nella storia del popolo di Israele è il luogo del corteggiamento, è il luogo dove nasce l’amore tra l’uomo e la donna (Genesi 24). Questa donna non cerca più un amore, ne ha avuti troppi, l’hanno devastata come padroni, ma non sa che lo troverà per la prima volta; un uomo che la cerca come nessun altro l’ha cercata finora, che le darà ciò che nessun altro le ha dato finora.
Gesù è stanco, viene da una stanchezza. È uno che si stanca, Dio, per raggiungere questa donna che gli altri sfruttano o apostrofano…
Anche oggi è così, Gesù è stanco perché ti corre dietro da molto tempo.
E ti chiede da bere: un’altra immagine bellissima di questo racconto. Il Maestro, che chiede da bere a me – dice la donna – a qualcuno che non ha niente da offrire, a qualcuno cui è già stato tolto tutto…
Una donna la cui vita diventa di nuovo piena di senso. Perché la tua vita ridiventa piena di senso solo quando capisci che hai di nuovo qualcosa da offrire a qualcuno.
Il Maestro ti parla senza disprezzo e senza sorrisini beffardi, senza nessun distanza… pur sapendo perfettamente ogni dettaglio della tua vita… Ti parla e parlando ti rialza, ti risuscita… nulla di meno!
E adesso che succede? Adesso Gesù fa del cuore della donna il tempio dell’adorazione di Dio. Non c’è più Gerusalemme e non c’è più Garizim. C’è il tuo cuore. È lì che abita lo Spirito di Dio. Lo Spirito abita in te, donna sfinita dalla vergogna e dalla fatica, dagli uomini che si sono avvicendati come padroni del tuo corpo, ma non hanno mai afferrato il tuo cuore.
Dio siede stanco al pozzo della tua vita, sorella e fratello. Ti chiede di dargli da bere, ha bisogno di te. Così ricostruisce la fiducia in te e nelle tue capacità . E così facendo ti dà quell’acqua per la quale non conoscerai più sete.