«Bisogna che il Figlio dell’uomo sia innalzato, affinché chiunque crede in lui abbia vita eterna»
Quando sento dire che qualcuno è stato innalzato non mi verrebbe da pensare che sia stato crocifisso, cioè ucciso crudelmente ma, al contrario, che gli hanno fatto una statua, l’hanno elogiato e riempito di lodi.
L’innalzamento sulla croce di Gesù è, in un certo senso, qualcosa tra questi due estremi. È vero, Gesù è morto di una morte miserabile e disumana. Però, proprio l’evangelista Giovanni ci ricorda anche il paradosso per cui questa morte ha portato vita eterna a chi crede in Gesù.
Era davvero necessaria la morte di Gesù? Dio aveva bisogno di questa morte per poter perdonare il nostro peccato?
Kaing Guek Eav era il “torturatore numero uno” del dittatore cambogiano Pol Pot e dei suoi Khmer Rossi; è stato responsabile della morte di almeno 16.000 uomini, donne, bambine e bambini, che furono brutalmente torturati fino alla morte sotto la sua sorveglianza nella prigione di Phnom Penh. Un uomo che ha 16.000 persone sulla coscienza può essere perdonato?
Dopo la fine del regno del terrore, Kaing Guek Eav si converte a Dio. È convinto che Dio lo abbia perdonato. Quando la sua storia di conversione viene resa pubblica, esplode l’indignazione. Può Dio perdonare un uomo che è 16.000 volte assassino?
Sembra esserci un senso di giustizia negli esseri umani. Qualcosa che ci fa riconoscere, credere e a volte sostenere con passione che perdonare una simile ingiustizia non è possibile. Il senso di colpa ha bisogno di riparazione. Per dirla in termini biblici: la colpa ha bisogno di espiazione.
No, effettivamente non è Dio che aveva bisogno della morte di Gesù, siamo noi. Siamo noi che abbiamo bisogno di vedere che la colpa viene espiata. Il debito non può essere dimenticato così come non si può dimenticare il bidone della spazzatura e pensare che nessuno se ne accorga. Come quel bidone continua a puzzare, così la colpa viene fuori, dev’essere per forza pagata, sanata; è necessario un nuovo inizio ed è proprio ciò che Gesù ha fatto per noi sulla croce.