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Giovanni 18,17-18

«Pilato gli disse: Sei tu re? Gesù rispose: IO SONO RE, e per questo sono venuto nel mondo, per testimoniare della verità . Pilato gli disse: Che cosa è verità ?»

La “domenica delle Palme” ricorda l’ingresso trionfale di Gesù in Gerusalemme, acclamato come il Messia finalmente venuto a restituire libertà  e dignità  al suo popolo oppresso dal giogo romano. Trionfo breve: gli umori della folla sono mutevoli, e gli “osanna”, diventeranno presto dei “crocifiggilo!”.

Affinché la pena capitale che gli sarà  inflitta abbia una parvenza di legalità , bisogna in qualche modo processare l’imputato, ed ecco Gesù davanti al governatore Pilato, denunciato come sovvertitore dell’ordine stabilito e interessato a prendere il potere.
Gesù confessa la sua “colpa”: IO SONO re. Ma precisa quale senso e quale contenuto intende dare al suo regno: testimoniare della verità . Pilato reagisce con una domanda che non vuole risposta: che cosa è verità ?

L’uno di fronte all’altro, stanno due uomini diversamente potenti: un governatore, che rappresenta l’imperatore romano, e un sedicente re, che si dice testimone della verità .
Qui è il centro del passo… e l’interrogativo della nostra vita: che cosa è verità ?

L’uomo che incarna il potere umano non vuole risposta alla domanda: per lui, la verità  è quella che il potere fabbrica e fa credere. L’uomo che sta davanti a lui parla dell’unica verità  vera: quella che viene da Dio, e penetra fino in fondo il cuore degli esseri umani, anche di quelli che occupano posizioni di potere.
Se, andando dietro a Gesù, ci facciamo testimoni della Verità , e ci diamo da fare per smascherare le verità  di comodo… che qualche volta fanno comodo anche a noi, come singoli e come chiesa, la presenza di Dio nel mondo potrà  essere più avvertita, e forse accolta.

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