La profondità dello sguardo, il dialogo fra teologia e pensiero scientifico, la carica umana: la vita e il ministero di Giovanna Pons, che ci ha lasciato la notte scorsa a Luserna S. Giovanni (TO) quando stava per compiere 96 anni, resteranno un grande esempio di dedizione e sollecitudine, a tutto campo.
Nata in provincia di Frosinone nel 1928, è a Chivasso (TO) quando il padre, geometra, ospita in casa una riunione storica: sotto il pretesto di un atto notarile, si incontrano infatti nel dicembre del 1943 quegli esponenti dell’antifascismo valdese e dell’antifascismo valdostano che andranno a redigere e firmare la Carta di Chivasso, cioè la «Dichiarazione dei rappresentanti delle popolazioni alpine» che vedevano in termini europei e federalisti il futuro del Paese, quando fosse stato liberato dal nazifascismo. Una lezione che Giovanna Pons manterrà sempre, e di cui farà memoria in infinite occasioni, comprese intervista per periodici valdostani e interventi nella stessa Regione, ancora nel 2014.
La Valle d’Aosta, d’altra parte, è stata a lungo nel suo cuore: per diversi anni aveva infatti insegnato Matematica nella scuola media a Morgex, nell’Alta Valle. Sue sedi d’insegnamento saranno anche, fra le altre, Torre Pellice, Bergamo e, a Zurigo, il liceo “Pier Martire Vermigli”.
Ma a questo punto bisogna tornare indietro. Nell’anno 1952-53 Giovanna Pons si era avviata agli studi teologici: troppo presto per la mentalità dell’epoca e per le procedure previste dagli Ordinamenti; non era ancora contemplata la possibilità del pastorato femminile, che si avvierà nel 1967, e la sua consacrazione nel 1981). Da qui nacque l’affiancamento degli studi che la porteranno alla laurea in Fisica (1964), da cui nasceranno diverse delle sue pubblicazioni future, fra cui: Conoscenza scientifica e fede (insieme a Elena Bein Ricco, Claudiana, 1988); «Il ministero pastorale della donna: le sue radici e il suo riconoscimento», in Le donne delle minoranze (a c. di C. Honess e V. Jones, Claudiana, 1999); «Donne scienziate fra teologia ed etica» (in Mediterraneo: un mare di spiritualità, le donne dicono le fedi, a c. di B. Peyrot, Claudiana, 2002); «La procreazione medicalmente assistita, Una legge contro la donna» in AA.V., Un’appropriazione indebita, l’uso del corpo della donna nella nuova legge sulla procreazione assistita, Baldini Castoldi Dalai, 2004.
E in effetti Giovanna Pons, che nel frattempo aveva servito la chiesa valdese di Zurigo (1980-89) e poi il gruppo in formazione, successivamente chiesa costituita di Siena (1989-1996, data della sua emeritazione), fece parte per molti anni della Commissione per i problemi etici posti dalla scienza, a cui peraltro affiancò altri incarichi nell’ambito di cultura e formazione, dal Comitato dell’editrice Claudiana al Comitato del Centro di formazione diaconale al Consiglio della Facoltà di Teologia. Ma forse l’esperienza che, ripercorrendo la propria esistenza in occasione dell’emeritazione, ricordava con affetto fu quella degli anni ‘70, allorché la Landeskirche di Monaco di Baviera la chiamò a un lavoro di assistenza agli italiani emigrati: qui cura anche la piccola comunità evangelica italiana. Dieci anni dopo, la Tavola valdese la invierà a Zurigo come pastore in prova – intanto aveva terminato i suoi studi alla Facoltà valdese, discutendo una tesi sui rapporti tra scienza e teologia. Giovanna ha raccontato la sua storia con i migranti italiani in Germania e poi ancora in Svizzera in un emozionante articolo raccolto in Donne di Parola, Nerbini 2020.
Una ulteriore tappa della sua dedizione al dialogo e all’incontro si è poi manifestata con l’impegno (e la presidenza per un certo numero di anni) dell’Amicizia ebraico-cristiana a Torino, da cui scaturirà anche il libro Ebrei e protestanti nella storia d’Italia, di cui è curatrice con A. Castelnuovo e Gabriella Rustici (presentazione di Tullia Zevi, prefazione di Giorgio Spini, ed. Franco Angeli). Quanto alle radici bibliche di ogni suo intervento, ci rimane la raccolta di sermoni La buona luce e la luce vera (Trauben, 2010). Riforma – L’Eco delle valli valdesi ricordano Giovanna, tuttavia, anche per gli anni di militanza nella redazione “allargata”: non solo i suoi articoli, soprattutto negli ambiti del dialogo fra scienza e fede e sulla questione femminile, ma anche i suoi interventi in riunione sono state grandi lezioni di contenuto e di metodo. Un metodo fondato sull’ascolto, sulla capacità di valutazione e, non in ultimo, sull’esercizio dell’ironia. Lezioni che ricorderemo a lungo.
Il funerale si svolgerà venerdì 17 maggio alle ore 15 al tempio valdese di Luserna San Giovanni.
Articolo tratto da Riforma.it – Foto di Pietro Romeo Stampa