Mettere la persona al centro, scardinando pregiudizi e difficoltà
Il 3 dicembre si celebra in tutto il mondo la Giornata dedicata alle persone con disabilità. Questa ricorrenza è stata proclamata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite nel 1981 (Anno Internazionale delle Persone con Disabilità) con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul perseguire gli obiettivi di benessere, inclusione e difesa dei diritti dei cittadini con disabilità.
Questo è un anno particolarmente rilevante perché vede pubblicare il decreto n. 62 del 3 maggio 2024, cuore della riforma avviata con la legge 227/2021, chiamato anche il “decreto progetto di vita” .
La persona con disabilità diventa protagonista del proprio progetto di vita mettendosi al centro di un’unica commissione multidisciplinare. Una commissione nella quale tutte le persone di riferimento, i caregiver, gli enti, le associazioni sportive, la scuola, ecc. si riuniscono. Pertanto, partendo dai desideri e dalle preferenze della persona con disabilità, così come previsto dalla Convenzione Onu, si attivano immediatamente e direttamente quei servizi che si è deciso di inserire nella vita quotidiana. Questo unico progetto diventa un strumento che ricomprenderà tutti gli altri interventi individuali, che adesso risultano frammentati e necessitano di essere coordinati gli uni con gli altri.
La riforma semplifica anche la fase preliminare dell’accertamento dell’invalidità, la cosiddetta valutazione di base, individuando un unico soggetto accertatore. Le persone con disabilità e le loro famiglie non saranno più costrette a gestire separatamente passaggi multipli presso enti diversi ma otterranno, grazie alla riunificazione delle procedure attualmente esistenti, un certificato unico con scadenza illimitata.
Con questa legge si è lavorato con l’intento di scardinare le difficoltà burocratiche nonché di mettere la persona al centro.
A chi lavora e a chi vive ogni giorno accanto alle persone con disabilità spetta il compito invece di scardinare le rigidità culturali, sociali ed emotive che si incontrano nello sguardo dell’altro. Accogliere iI bisogno delle persone con disabilità di non sentirsi sole nel muoversi in un mondo non del tutto attrezzato a cogliere la differenza.
In una Diaconia che mette la persona al centro, a noi il compito di mettere la persona con disabilità al centro; lavorare con le persone con disabilità vuole dire lavorare, individuare ed eliminare i preconcetti personali per arrivare a scardinare i preconcetti della società in cui viviamo. Mettere più attenzione, non dare nulla per scontato e quindi imparare a vedere delle barriere che non siamo abituati a scorgere.
Mettersi nei panni di chi si muove, comunica e si esprime in una modalità che richiede codici di lettura diversi da quelli utilizzati nella quotidianità più comune di tutti e tutte. Codici che vanno studiati, adattati e trasmessi a chi ci sta intorno.
La parola scardinare rende l’idea di quanta forza e determinazione serva per individuare prima dentro di noi i preconcetti nascosti e le abitudini non consapevoli e poi imparare a muoversi nello spazio con modalità nuove e adatte a tutti e tutte, modalità più rispettose e adeguate a un mondo che tenga conto della differenza.
Francesca Azzariti, responsabile Uliveto – Diaconia Valdese