«Il Signore disse: “Io non maledirò più la terra a motivo dell’uomo, poiché il cuore dell’uomo concepisce disegni malvagi fin dall’adolescenza; non colpirò più ogni essere vivente come ho fatto. Finché la terra durerà , semina e raccolta, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte, non cesseranno mai”».
Nel 1980 un personaggio statunitense cominciò a raccogliere fondi per un suo progetto che chiamava «progetto Noè». Voleva raccogliere attorno a 10 miliardi di dollari e impiegare 20.000 ingegneri per far costruire un’astronave per evacuare la terra ormai allo sbando e cercare una nuova dimora su un altro pianeta.
Se poi cerchiamo in internet la parola «arca» troveremo un sacco di siti che parlano di progetti soprattutto ecologici in un mondo ormai sull’orlo della morte.
Dietro questa inflazione quasi diluviana c’è la paura profonda dell’umanità moderna e la forte preoccupazione per lo stato di salute della nostra terra. Essa è sull’orlo di una catastrofe quasi apocalittica causata dal nostro modo di vivere senza riflettere bene sulle conseguenze. Ci sono quindi tanti scienziati che disegnano il futuro della terra in colori abbastanza scuri.
Per affrontare la crisi non serve però fare grandi progetti per trovare un pianeta B. Conviene invece partire dalla promessa di Dio, la promessa di vita. Questa promessa può e vuole cambiare noi e fare sì che affrontiamo qui ed oggi la crisi sapendo che non c’è altra via che ridurre il nostro peso e prendere solo ciò che la terra è in grado di rigenerare.