“Il Signore disse ad Abramo: «Va’ via dal tuo paese, dai tuoi parenti e dalla casa di tuo padre, e va’ nel paese che io ti mostrerò; io farò di te una grande nazione, ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai fonte di benedizione. Benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà, e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra». Abramo partì, come il SIGNORE gli aveva detto”.
Abramo obbedisce all’ordine di Dio e parte accompagnato dalla sua fede. Molti anni dopo, la promessa di Dio si compirà con la nascita di Isacco. La fede ha trasformato Abramo in un uomo nuovo, infatti il suo nome sarà cambiato da Abramo (padre eccelso) ad Abraamo (padre di una moltitudine). La benedizione di Dio rende Abramo – Abraamo padre non solo di Israele, ma di tutti i credenti. Tramite Isacco si realizza questa promessa di Dio. È il figlio che nasce dalla sterilità di Sara. Dio, fedele alla sua promessa, rivela la grandiosità della sua opera. Nel capitolo 22 del libro della Genesi la fede di Abraamo sarà messa alla prova perché Dio gli chiederà di offrirgli Isacco, suo unico figlio, in sacrificio. «Abraamo credette a Dio e ciò gli fu messo in conto come giustizia» (Rom. 4,3). Viene in mente Giobbe, benedetto da Dio con figlie e figli, ricolmo di beni materiali e spirituali. Quando tutto ciò che aveva gli è venuto a mancare, ha provato a rimanere solo con la sua fede. Le esperienze di perdita delle persone care o della salute ci ricordano Giobbe con la sua risposta: «Il Signore ha dato, e il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore» (Gb. 1,21). Dio ci parla, si fa sentire e ci ricorda che è sempre con noi.