«Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi; state dunque saldi e non vi lasciate porre di nuovo sotto il giogo della schiavitù. Perché, fratelli, voi siete stati chiamati a libertà ; soltanto non fate della libertà un’occasione per vivere secondo la carne, ma per mezzo dell’amore servite gli uni agli altri; poiché tutta la legge è adempiuta in quest’unica parola: “Ama il tuo prossimo come te stesso”»
Questo testo ci parla di libertà . Libertà che abbiamo spesso data per scontata e che invece in questo tempo di quarantene e riaperture ci siamo spesso ritrovati a sognare – quando non addirittura a rivendicare.
Ai tempi dell’apostolo Paolo la libertà non era affatto scontata: si poteva tranquillamente nascere schiavi, o diventarlo.
E dunque la libertà di cui parla Paolo, non è evidentemente la libertà naturale, il diritto inalienabile a cui siamo abituati; è invece una libertà donata a chi per natura non la possedeva; una libertà , appunto, di schiavi liberati.
Ma questo testo ci dice anche che il punto di partenza è una “vocazione”, quindi una chiamata, a questa libertà già donata. C’è dunque una tensione tra il dono, già avvenuto, e la chiamata a viverlo. A vivere quella libertà .
E come si vive, questa libertà , nel tempo strano in cui viviamo? Paolo dice nell’amore – cioè il mettendo il prossimo al centro, invece di me stesso.
La libertà cristiana è la possibilità di vivere non più sotto il peso del peccato, dell’egoismo, delle piccole e grandi bugie, del chi se ne importa degli altri, ma attraverso scelte responsabili dettate dall’amore. Sentire che sono responsabile di ciò che succede all’altro. Responsabile perché lo voglio, perché Dio ha fatto lo stesso per me. Non perché devo osservare una legge imposta dall’esterno. Ecco la libertà dell’amore. Per perseverare nella libertà che ci è donata in Cristo, dobbiamo combattere l’egoismo e l’individualismo oggi dilaganti.
Come? A colpi di fraternità e di rispetto per gli altri, che è la prima forma di amore per gli altri. Perché non siamo liberi, se non siamo responsabili delle nostre scelte e delle loro conseguenze sul nostro prossimo; non siamo liberi, quando confondiamo il buono, il vero, il giusto con ciò che mi piace, ciò che mi pare, ciò che mi fa comodo, ciò che mi rende.