Laura Boldrini, presidente della Camera: “Gesto forte di speranza che rende ancora più significativo l’8 marzo italiano”
“La violenza contro le donne è un’emergenza nazionale. Ogni anno in Italia sono migliaia le donne che subiscono la violenza di uomini, e oltre cento rimangono uccise. Il luogo principale dove avviene la violenza sulle donne è la famiglia: questo è un fatto accertato e grave”. Si apre con questa denuncia l’Appello ecumenico “Contro la violenza sulle donne” che i responsabili di chiese cristiane in Italia, in rappresentanza di numerose confessioni presenti sul territorio, hanno firmato ieri presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani del Senato.
L’inedita iniziativa era stata lanciata dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) e subito raccolta dalla Chiesa cattolica: insieme all’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso (UNEDI) della CEI un gruppo di lavoro ha elaborato l’appello, firmato ieri, oltre che da esponenti cattolici e protestanti, anche da numerosi esponenti ortodossi.
“Questa violenza – si legge nel testo dell’Appello – interroga anche le Chiese e pone un problema alla coscienza cristiana: la violenza contro le donne è un’offesa a ogni persona che noi riconosciamo creata a immagine e somiglianza di Dio, un gesto contro Dio stesso e il suo amore per ogni essere umano”.
A presentare il testo, spiegando le motivazioni che sottostanno all’iniziativa, sono state per la FCEI Debora Spini e la pastora valdese Maria Bonafede. “Le chiese devono fare autocritica, è una responsabilità che dobbiamo assumerci – ha affermato Bonafede sottolineando come l’appello è rivolto in primis – alle chiese, quindi a noi stessi, per il compito e la possibilità che abbiamo di parlare a tantissime persone. Ma soprattutto possiamo proporre un’esegesi della Bibbia che dia forza alle donne”, ha concluso. “La firma di questo appello per ciascuna delle nostre chiese viene da lontano – ha dichiarato mons. Mansueto Bianchi, presidente dell’UNEDI – che diventi lievito e fermento di libertà “.
Il pastore metodista Massimo Aquilante, presidente della FCEI, ha sottolineato il significato ecumenico dell’iniziativa: “Quando abbiamo mosso i primi passi auspicavamo un coinvolgimento ecumenico, non potevamo però certo immaginare un’adesione così vasta e rappresentativa dell’ecumene cristiana. Il nostro augurio è che all’appello faccia seguito la nomina di un gruppo di lavoro che predisponga il materiale necessario per percorsi di pratica pastorale e formativa nelle chiese a livello locale”.
Ai convenuti è giunto il messaggio di Laura Boldrini, presidente della Camera dei Deputati, che ha parlato di “gesto forte di speranza che rende ancora più significativo l’8 marzo italiano. Il percorso di liberazione nel quale le donne sono impegnate da decenni passa anche attraverso una nuova valorizzazione dell’apporto femminile in ambito religioso. Tanto più importante è il vostro atto nel momento in cui, intorno a noi, il fanatismo terrorista sequestra il nome di Dio per compiere orribili pratiche di violenza, anche ai danni delle donne. Con la vostra firma, voi riaffermate che non può esserci nessuna violenza e nessuna discriminazione messa in atto nel nome di Dio”.
Tratto dal NEV – Notizie evangeliche del 10 marzo 2015