«…voi che foste sempre ubbidienti, non solo come quand’ero presente, ma molto più adesso che sono assente, adoperatevi al compimento della vostra salvezza»
I credenti di Filippi avevano dato prova, attraverso la guida dell’apostolo, d’aver compreso il significato dell’esempio di Cristo, mettendo in pratica ciò che Cristo insegna. In Cristo avevano trovato incoraggiamento a vivere, un conforto amorevole, comunione di spirito, tenerezza d’affetto e compassione. Ora dovevano imparare a realizzare questo sempre meglio nei rapporti gli uni con gli altri. Come? Sviluppando un medesimo modo di pensare, avendo un medesimo amore, essendo di un animo solo e di un unico sentimento. Soprattutto, sviluppare in sé lo stesso sentimento che è stato in Cristo Gesù, modello dell'”uomo nuovo” per tutti i cristiani, “ubbidiente” fino alla morte, ed alla morte di croce.
I cristiani di Filippi dovevano, così, “esplicitare” sempre meglio ciò che avevano appreso. Ubbidire, praticare lo stile di vita cristiano. Una Parola applicata, concretizzata, vissuta.
Siamo capaci noi oggi, di praticare questo stile di vita cristiano? Quanto lo facciamo? Quando? Lo facciamo perché andiamo in chiesa alla domenica mattina?
È vero, nella società in cui viviamo spesso ci manca il tempo, ma forse ci mancano anche i luoghi dove fare questo
Il compito della chiesa, della comunità cristiana, è quello di fornire gli spazi e gli strumenti per compiere questo cammino. Non solo attraverso l’approfondimento biblico, ma anche attraverso le relazioni di fraternità , il servizio al prossimo, l’applicazione intenzionale del messaggio evangelico alla propria vita personale e comunitaria.