«Dei magi d’Oriente arrivarono a Gerusalemme, dicendo: “Dov’è il re dei Giudei che è nato? Poiché noi abbiamo visto la sua stella in Oriente…”» Matteo 2,1-2 (Matteo 2, 1-12)
Non nasce una nuova stella nel cielo, ogni volta che nasce un bambino. Siamo noi esseri umani a illuderci di essere il centro dell’universo e che anche le stelle partecipino a quello che succede nella nostra vita sulla terra. Le stelle ci ignorano. Le stelle sono, secondo il racconto della creazione, semplicemente l’orologio che segna il tempo, danno il ritmo regolare e inesorabile alla vita sulla terra.
A Gerusalemme nessuno si era accorto di nulla, forse perchè nessuno osservava il cielo. I magi invece, uomini che vivevano lontano da Gerusalemme, hanno visto la stella che annuncia la nascita del Cristo. Una nuova stella nelle miriadi di stelle studiate e conosciute che cambia il messaggio del cielo. Una nuova stella nelle miriadi di stelle che inserisce una nuova qualità nel tempo che governa la vita sulla terra; non più soltanto il tempo che scorre, ma un tempo che ha una direzione, una meta; non più il tempo che tesse la storia, ma un tempo che diventa storia della salvezza. La nascita di un bambino nelle miriadi di esseri umani che popolano la terra, che apre all’umanità intera una nuova prospettiva, promettente e luminosa. E i primi che ne diventano testimoni, sono i magi che vivono lontano in oriente, perché quello che la stella annuncia, sarà predicato fino alle estremità della terra.
La scoperta della stella li mette in movimento. Fanno un lungo viaggio da oriente fino in Giudea per vedere, per incontrare, per adorare. Sembra che i magi non si stupiscano di non trovare colui che cercano, nel palazzo reale di Gerusalemme, ma in una modesta casa della piccola città di Betlemme, come figlio di Giuseppe e di Maria. Una nuova stella non annuncia qualcosa che rientra negli schemi vecchi, ma apre nuovi orizzonti. Seguire la stella richiede la capacità di uscire dai vecchi schemi e accogliere il nuovo.