“Così parla il Signore, DIO: “Ecco, io aprirò le vostre tombe, vi tirerò fuori dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi ricondurrò nel paese d’Israele”.
Hitler, nato cattolico, si era reso subito conto della difficoltà di governare un paese pluriconfessionale e sapeva anche che non poteva esserci coesistenza tra “una fede cristiano-giudaica con tutta la sua morale della compassione” e “una fede energica ed eroica in Dio e nella Natura, nel Dio che esiste nel suo popolo, nella sua sorte, nel suo sangue stesso”; per questo cercò di irretire il cristianesimo per renderlo uno strumento di propaganda razziale. Israele aveva cessato di essere una comunità vitale. Gli israeliti, come i cristiani tedeschi, si erano allontanati da Dio. Erano diventati arroganti e pieni di rabbia e un po’ alla volta il luogo in cui vivevano era diventato una terra piena di ossa secche. Tutti sembravano senza speranza poiché la loro nazione era in rovina. Ma dove ci sono ossa secche c’è anche il seme della rinascita perché Dio infonde nuova vita quando siamo aperti al cambiamento. Basta tendere l’orecchio e cogliere il vento che nasce dal suo soffio vitale e benedetto perché Dio ha continuato a dare nuova vita a noi, come ad Israele, nonostante amiamo allontanarci da lui. Forse noi ci siamo allontanati da Dio, ma Dio non si è mai allontanato da noi e ci dona muscoli e carne per riportare in vita le ossa secche. Nel respiro di Dio nasce una nuova vita dove non esiste vita. Nasce una nuova vita dentro di noi. Dio dona nuova vita dove la vita fa fatica a resistere. Che sia allora benedetto quel Dio che ci rende creature magnifiche capaci di grandi cose: di testimoniare il suo nome, di celebrare la sua parola, di gioire del suo respiro.