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Eugenio Bernardini riconfermato moderatore per il settimo anno

Valdesi e metodisti hanno a cuore il destino morale e civile dell’Italia e dell’Europa, la libertà  religiosa e i diritti

“I diritti, specie dei più deboli, siano protetti, e i doveri siano uguali per tutti”

“Questo Sinodo è iniziato con due azioni di preghiera e solidarietà : verso i migranti e verso le vittime e gli sfollati di Genova. Nessuna priorità  in base alla nazionalità , l’etnia, l’appartenenza identitaria, ma priorità  solo in base al bisogno, priorità  al prossimo che bussa alla nostra porta. Chiunque egli o ella sia”, ha dichiarato il pastore Eugenio Bernardini, riconfermato moderatore della Tavola valdese per il settimo (e ultimo mandato previsto) anno consecutivo, dal Sinodo delle chiese metodiste e valdesi riunito a Torre Pellice dal 26 al 31 agosto. Nel discorso che ha chiuso i lavori dell’assemblea sinodale il moderatore ha rilevato: “Noi siamo una chiesa, parliamo come una chiesa, agiamo come una chiesa. E una chiesa è, per definizione, chiamata a libertà  (Galati 5,13). Una chiesa libera non è una chiesa estranea alla società  civile o costituzionalmente indifferente rispetto allo Stato – ha proseguito Bernardini -. Vale per tutte le chiese, ma vorrei dire che vale particolarmente per noi valdesi e metodisti che abbiamo voluto l’Italia unita, che abbiamo voluto l’Italia democratica in cui i diritti, specie dei più deboli, siano protetti, e i doveri siano uguali per tutti […] Valdesi e metodisti hanno a cuore il destino morale e civile dell’Italia e dell’Europa. Nel passato, per esempio, abbiamo difeso la libertà  religiosa per tutti e non solo per noi, ricordando che io sono libero se lo è anche l’altro. E oggi ricordiamo che se muoiono i diritti, subito dopo muoiono le persone”. Bernardini ha poi citato alcune prese di posizione chiare e inequivocabili in materia di migrazioni in “straordinaria convergenza ecumenica”, come il messaggio augurale inviato al Sinodo da papa Francesco e la dichiarazione congiunta “L’Europa torni a difendere i diritti umani” firmata con il presidente della Chiesa evangelica tedesca dell’Hessen-Nassau Volker Jung. In merito alla ricerca sociologica all’interno delle chiese, il moderatore ha usato le parole del pastore metodista Henry Carter (1911): “Le valutazioni numeriche sono insufficienti quando si debbano considerare valori spirituali” e ha proseguito “Questo è il nostro approccio protestante: realismo da una parte, volontà  di affrontare la situazione, ma, dall’altra, anche speranza di poter invertire la tendenza della ‘stabile decrescita’. Le nostre parole, le parole della chiesa – ha concluso il moderatore – devono essere e restare espressione dell’evangelo di grazia e liberazione di Cristo, espressione di una cultura capace di includere, proteggere, promuovere e integrare soprattutto chi è più esposto, umiliato, calpestato. Chiunque esso o ella sia”.

Al termine dei lavori, il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi ha eletto, come ogni anno, i propri organi amministrativi. Oltre al moderatore, sono stati eletti come membri della Tavola valdese Luca Anziani (vicemoderatore), Laura Turchi, Manuela Vinay, Alessandra Trotta, Italo Pons, Greetje van der Veer. Il Sinodo ha riconfermato la pastora Mirella Manocchio quale Presidente dell’Opera delle chiese evangeliche metodiste d’Italia (OPCEMI) e il professor Fulvio Ferrario quale Decano della Facoltà  valdese di teologia.

Il Sinodo si è chiuso con il consueto culto liturgico di Santa Cena presso il tempio di Torre Pellice.

Tratto dal NEV del 31 Agosto 2018

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