«Mosè, dunque, tagliò due tavole di pietra come le prime; si alzò la mattina di buon’ora, salì sul monte Sinai come il Signore gli aveva comandato, e prese in mano le due tavole di pietra. Il Signore discese nella nuvola, si fermò con lui e proclamò il nome del Signore. Il Signore passò davanti a lui, e gridò: “Il Signore! il Signore! il Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira, ricco in bontà e fedeltà “»
Che mese quello di ottobre! I testi biblici che abbiamo affrontano ci hanno stimolato a confrontarci con il nostro modo di vivere la fede esercitando la beneficenza e mettendo in comune ciò che abbiamo (Ebrei 13), comportandoci in modo degno della nostra vocazione, (Efesini 4), ringraziando continuamente per ogni cosa Dio Padre (Efesini 5).
Ma quanti di noi, riflettendo su queste esortazioni, hanno avuto l’impressione di riuscire a vivere secondo la volontà di Dio? Sicuramente pochissimi! Ed ecco che oggi ci viene incontro un testo biblico che ci aiuta a guardare con fiducia e gioia alla nostra vita, anche di fede. Esso si trova nel libro dell’Esodo e ci racconta del secondo patto che Dio fa con gli esseri umani. Un patto condizionato non dal buon comportamento ma dall’amore e dalla grazia di Dio. Tutti ci ricordiamo del primo patto, raccontato nel capitolo 20 dell’Esodo. Quello in cui Mosè scrive il Decalogo su due tavole di pietra che però poi vengono spezzate dallo stesso Mosè quando vede che tutto il popolo danza attorno al vitello d’oro.
Nel capitolo 20 si parlava di un Dio geloso. Ora invece Dio stesso si descrive come il Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira, ricco in bontà e fedeltà (Esodo 34,6). L’amore di Dio diventa incondizionato.
Venerdì 31 è la festa della Riforma. Un’occasione per ricordare l’intuizione di Lutero di spostare l’accento dalla paura nei confronti di Dio alla riconoscenza per ciò che Egli porta nella nostra vita. Un’occasione per ricordare l’importanza della riconoscenza per l’amore che ci viene incontro non perché l’abbiamo meritato ma perché ci viene dato. E proprio questa consapevolezza ci chiama ad alzare lo sguardo e non pensare a noi e alla nostra salvezza – a questo ha già pensato Dio – ma ad adoperarci per gli altre e per le altre. Perché l’amore incondizionato di Dio non significa grazia a buon mercato bensì responsabilità e impegno.