Infatti, è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede, e ciò non viene da voi; è il dono di Dio.
Ogni Vangelo inizia in modo diverso, anche per quanto riguarda i racconti sulle prime vocazioni e l’affidamento della missione evangelizzatrice. Nel Vangelo secondo Luca troviamo un racconto del tutto particolare circa una pesca miracolosa, che precede la vocazione di Simon Pietro (Luca 5, 1-11) e sarà presentata in un’altra versione alla conclusione dell’Evangelo secondo Giovanni. Il quarto Vangelo racconta di una pesca miracolosa dopo la risurrezione di Gesù: la particolare missione affidata da Gesù risorto a Pietro costituisce la sua riabilitazione, dopo aver rinnegato tre volte il suo Signore. Questo tratto distintivo, che si nota sul piano dei vari sviluppi narrativi, è l’espressione di una differente valutazione e concezione del ruolo pastorale di Pietro. In effetti è possibile interpretare i diversi racconti sulla pesca miracolosa, come fossero gli esiti di una ricerca sul cammino della fede di Pietro e della sua identità religiosa. Nel vangelo secondo Luca, l’autentica identità di Gesù si rivela a Simone solo in seguito alla pesca miracolosa. Le parole incoraggianti pronunciate dal Signore “Non temere, d’ora in poi sarai pescatore di uomini”, hanno un significato più canonico, quello dove la missione, alla quale Pietro è chiamato a collaborare, sarà interpretabile come un’opera misteriosa, come lo è altrettanto la pesca meravigliosa che egli stesso ha appena sperimentato. Le parole di Gesù contengono però un valore più ampio, che nell’Epistola agli Efesini viene formulato in questi termini: “Infatti, è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede, e ciò non viene da voi; è il dono di Dio”. La grazia divina preveniente, intesa come libera scelta operata da Dio, costituisce non solo il presupposto per ogni tensione umana verso l’annuncio del Vangelo; ma è nella sostanza il dono della grazia, che precede e supera come principio la nostra stessa capacità di credere.