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Domenica della legalità

Valdesi e metodisti celebrano la consueta giornata nella consapevolezza che la fede cristiana deve saper denunciare il sopruso e l’ingiustizia

Torre Pellice, 3 Aprile 2018

L’8 aprile le chiese metodiste e valdesi osservano la Domenica della legalità . L’iniziativa, nata nel 2010 ad opera dei metodisti e valdesi del sud Italia, dal 2013 è diventata un evento nazionale grazie a una decisione sinodale che l’ha estesa a tutte le comunità  del Paese.

Il materiale liturgico di quest’anno è stato curato dalla Commissione esecutiva del III distretto (Italia centrale). Esso parte da una storia, “Il furto”, scritta dal magistrato Luciana Breggia nel suo libro “Il giudice alla rovescia” in modo da far partecipare al culto, in modo attivo, anche i bambini e vedere un altro aspetto del rapporto legge-giustizia-legalità .

“I conflitti che attraversano la vita quotidiana delle persone – si legge nel materiale prodotto per la giornata – sono spesso il frutto dell’incapacità  di dialogare, dell’atteggiamento ostile a priori dettato dalla paura, dalla necessità  di scaricare le tensioni su un nemico immaginario. Anche la capacità  di vedere oltre la realtà  apparente fa parte dell’universo giustizia, perché scombussola i codici usuali e fa intravedere possibilità  di nuove relazioni. Vi è bisogno di giudici, ma non sempre. Occorre anche evitare la delega automatica per ogni conflitto ai professionisti, giudici e avvocati. Sicuramente anche questi ruoli sono in via di trasformazione, ma in ogni caso occorre investire nei professionisti della prevenzione: educatori e insegnanti in primo luogo, che possano promuovere il
processo di auto-responsabilizzazione delle persone, generare la capacità  di essere davvero adulti”.

Il materiale offre poi delle proposte concrete per il coinvolgimento dei bambini, piccoli e grandi, nella preparazione del culto. Infine esso si conclude con una breve nota esegetica su Luca 10: 25-37: “la parabola del buon samaritano sceglie come figura positiva un marginale, un disprezzato, esempio negativo nella società  dell’epoca. Il samaritano sorprende. Un modo di fare giustizia diverso da quello abituale. Si va controcorrente rispetto a quanto ci si aspettava”.

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