Il nostro futuro può essere diverso perché Dio sa far nuova ogni cosa
Onora tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni siano prolungati sulla terra che il Signore, il tuo Dio, ti dà. Non uccidere. Non commettere adulterio. Non rubare. Non attestare il falso contro il tuo prossimo.
Esodo 20, 12-16
Questi cinque comandamenti sono le parti articolate di un discorso che tutte insieme esprimono un progetto, rimandano al sogno di Dio per Israele e per l’umanità, che ha per oggetto un mondo in cui poter vivere senza timori e sospetti, e che arriva a noi sulle ali di una parola che oggi purtroppo non usiamo e non viviamo quasi più. È il verbo che apre il nostro testo: “Onora tuo padre e tua madre”.
Il Decalogo invece, usa il verbo “onorare”, e lo fa proprio per esprimere il progetto divino per noi. Se tu“onori tuo padre e tua madre” perché ti hanno messo al mondo, si sono presi cura di te e ti hanno reso una persona che sa amare perché è stata amata, se li “onori” perché ti hanno educato alla fede e alla conoscenza di Dio, imparerai il rispetto verso tutti e tutte. Così “non ucciderai”, “non commetterai adulterio“, “non ruberai” e non “dirai menzogne”: non cercherai di far violenza agli altri, di impadronirti di ciò che non è tuo, e di distruggere la dignità del prossimo.
Sì, il sogno di Dio è un’umanità libera dall’incubo delle violenze fisiche e psicologiche che avvelenano la vita e ci dividono in vittime e oppressori. Certo, da Caino in poi c’è sempre stato chi colpisce e ferisce, chi è colpito e squarciato. Però, se la violenza resta in noi come una belva sempre pronta a sbranare, il sogno del Decalogo rimane anch’esso intatto ad alimentare la nostra nostalgia di un futuro diverso, perché rimane Dio, che come per Caino è anche per noi colui che ancora e sempre sa far nuova ogni cosa.