“Il diavolo lo portò con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria, dicendogli: «Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri e mi adori». Allora Gesù gli disse: «Vattene, Satana, poiché sta scritto: “Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi il culto”». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli si avvicinarono a lui e lo servivano”.
Matteo 4, 8-11
Il testo dal vangelo di Matteo ci porta in uno spazio intermedio tra battesimo e ministero di Gesù. In tutto, Gesù viene tentato tre volte dal diavolo. Ora, nella terza e ultima tentazione lo porta su un monte altissimo. Ci potrebbe ricordare il monte Sinai sul quale Dio ha donato la legge a Mosè, legge destinata a rendere possibile la vita in libertà. In qualche modo questo monte rappresenta però l’antitesi del monte Sinai; lì sopra – lontano da Dio e dagli uomini – il diavolo offre a Gesù il potere su tutti i regni del mondo e la loro gloria.
Il potere è una delle tentazioni più pericolose, la minaccia centrale per l’umanità dei nostri tempi: il crescente numero di guerre e di atti di violenza ce ne danno una triste testimonianza. Gesù rifiuta la proposta del diavolo dicendo: “Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi il culto“.
Nella rinuncia al potere Gesù si rivela vero Figlio di Dio e vero Figlio dell’uomo: il suo ministero lo porterà a predicare il regno di Dio ai peccatori, a cercare gli esclusi e a guarire i malati. Gesù non salva il mondo dall’alto ma attraversando i luoghi dell’abbandono più profondo. Lì, sulla croce, sarà Dio stesso a rinunciare a ostentare il suo potere. Lì, sulla croce, Dio stesso sceglierà l’amore e non il potere per salvare l’umanità. Lo spazio intermedio tra battesimo e ministero rivela lo Spirito del servizio di Gesù nel quale noi siamo chiamati a seguirlo.