ArticoliIl Vangelo ci parla

Dio sceglie gli ultimi accogliendoli come primi

Nessuno di noi è destinato a essere solo perché in Dio è accolto e amato

Un giorno Caino parlava con suo fratello Abele e, trovandosi nei campi, Caino si avventò contro Abele, suo fratello, e l’uccise. Il Signore disse a Caino: «Dov’è Abele, tuo fratello?»“.

Genesi 4,8-9a 

La Bibbia narra questa storia antica per permetterci di interrogarci su quanto essa parli di noi o di quello che potremmo sempre diventare. Allo stesso tempo, ci permette di capire che Dio irrompe nella nostra realtà umana con la sua logica di grazia e di perdono, una logica così diversa dalla nostra, per cambiarla.

Dio guarda con favore l’offerta di Abele: tra i due fratelli era quello più svantaggiato perché Caino, il primogenito, aveva il diritto della primogenitura, l’eredità di famiglia e tutti i privilegi di quella condizione. La Bibbia ci dice che Dio è dalla parte degli ultimi, li guarda con favore, li sceglie accogliendoli come primi. 

Ma Caino non sopporta la logica di Dio che sovverte le regole, che cambia il diritto dei primi a favore degli ultimi. Caino uccide il fratello nel tentativo di riportare Dio dalla sua parte. Quanta insensatezza in questa logica malata di egoismo e cecità, di interessi personali a vantaggio del proprio clan, ma a scapito dell’universo intero. È una logica non certo antica, ma attuale nella nostra epoca. 

Il messaggio biblico, invece, ci rivela che nessuno è destinato a essere solo, ma che ciascuno di noi nasce fratello, sorella, perché la vita ha un valore autentico e un senso profondo quando è condivisa, quando è possibile tessere relazioni, costruire ponti, condividere la fraternità e la nostra umanità da cui non potrà che nascere la convivenza pacifica e il reciproco rispetto.

È per questo che l’autore biblico ne evidenzia la portata ricordandoci che a Caino è stata data la possibilità di pentimento e di riscatto. Dio, infatti, proibisce che Caino sia ucciso a sua volta e ci ricorda che ci è dato di ravvederci e di poter agire in modo che gli ultimi non siano respinti e uccisi, ma come i primi, amati e accolti.

Condividi su: