Dio ci dona il sabato per riposarci e godere del mondo perché siamo importanti per lui
Ricordati del giorno del riposo per santificarlo. Lavora sei giorni e fa’ tutto il tuo lavoro, ma il settimo è giorno di riposo, consacrato al Signore Dio tuo; non fare in esso nessun lavoro ordinario…
Esodo 20, 8-10 a
In Marco 2 Gesù risponde ai farisei che gli rinfacciano che i suoi discepoli “fanno di sabato quel che non è lecito” dicendo loro: “Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato; perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato”…
Gesù qui non condanna come tale l’osservanza del sabato, ma le deformazioni che gli Ebrei avevano inflitto a quel settimo giorno, perché (è un amaro paradosso) l’avevano considerato così prezioso che, per non sciuparlo, l’hanno protetto con mille e mille regole, e in questo modo non ne hanno più goduto, e ne sono diventati schiavi: da dono meraviglioso di Dio ne hanno fatto un peso da portare. Quando allora Gesù dice che “il sabato è stato fatto per l’uomo”, non fa altro che ricordare che il sabato è un modo bellissimo di Dio di dire a ognuno e ognuna in Israele: “Io ti voglio bene, e ti voglio felice. Per questo ti do il sabato, per riposarti e godere del mondo, per non dimenticare quanto sei importante per me”.
Una cosa che spesso trascuriamo è che il comandamento del sabato non comporta un deprezzamento del lavoro, che rimane un ordinamento divino e una fondamentale vocazione umana, ma la sua valorizzazione. Prima de “il settimo è giorno di riposo, consacrato al Signore”, è infatti scritto: “Lavora sei giorni e fa’ tutto il tuo lavoro”. Lavorare per sei giorni fa parte del patto di Dio con l’uomo quanto astenersi dal lavoro nel settimo! E però, riservare quel giorno alla libertà dal “dover fare”, ci fa ogni volta scoprire che siamo più importanti dell’economia e delle sue leggi.