Oggi, 12 aprile 2024, al Palazzo del Viminale, alla presenza del Ministro Piantedosi, la Diaconia Valdese ha ricevuto in consegna un lotto di appartamenti sequestrati alla criminalità organizzata. L’immobile, che si trova a Torrenova, quartiere periferico di Roma, sarà riqualificato e destinato all’housing sociale.
«Si tratta – dichiara Loretta Malan, direttrice di Servizi Inclusione, che ha firmato l’accordo per la Diaconia Valdese – di un progetto innovativo sia per le partnership che coinvolge, Ministero degli Interni, ANBSC (Agenzia Nazionale per l’amministrazione dei Beni Sequestrati alla Criminalità), Roma Capitale, Diaconia Valdese, che per la tipologia di servizio che propone. Infatti, forti delle esperienze maturate in altri contesti urbani, proporremo una soluzione di housing misto, cioè di soluzioni abitative rivolte a fasce diversificate di cittadini, da coloro che potranno pagare un giusto canone d’affitto a quelli che potranno partecipare solo in parte alle spese, a quelli sostenuti ed inviati direttamente dai servizi sociali. Questo consente di evitare la strutturazione di “immobili ghetto” che spesso ritornano, per altre vie, ad essere luoghi di crescita della criminalità».
Gli alloggi saranno destinati a donne fragili e vittime di violenza, lavoratori precari e a persone straniere in uscita da progetti di accoglienza. Inoltre al piano terreno del palazzo nascerà una portineria di quartiere che offrirà gratuitamente servizi di prossimità per tutte e tutti gli abitanti del quartiere.
«Le convenzioni sottoscritte stamane – si legge nel comunicato del Ministero dell’Interno – testimoniano il ruolo fondamentale delle organizzazioni del Terzo Settore, perché anche grazie al loro contributo è possibile dare nuova vita ai beni confiscati per far fronte ai bisogni della comunità».
Il Presidente della CSD Pastore Francesco Sciotto, rallegrandosi per l’importante impegno assunto dalla Diaconia Valdese con questa firma, rilancia una parola d’ordine: «Non andiamo nelle periferie “per” qualcuno, ma vogliamo essere presenti “con” le persone e le comunità nei loro territori». Stampa